Caporalato, bandiera bianca dagli imputati. Risarcimenti e patteggiamento delle pene

Sei mesi dopo la retata e l’avvio dell’amministrazione giudiziaria, la Gs Paiting restituita alla legalità. Trattamenti dignitosi per gli operai

Processo per caporalato, il boss chiede scusa

Processo per caporalato, il boss chiede scusa

La Spezia, 6 maggio 2021 -  A novembre la retata, ieri la resa dei conti giudiziaria, con innalzamento della bandiera bianca da parte degli imputati: hanno patteggiato la pena, con preventivo ristoro delle vittime dirette e scuse alle vittime (indirette) del danno di immagine, estranee ai fatti, i cantieri navali dei superyacht. Una giustizia- lampo – quella promossa dalla Procura della Repubblica col braccio operativo della Guardia di Finanza – per il ripristino della legalità nell’azienda crocevia del caporalato ai danni di lavoratori bengalesi operanti negli stabilimenti Sanlorenzo, Baglietto e Nuova Cantieri Apuania, la Gs Painting, all’epoca dei fatti gestita da Bin Rauf Mahmoud, regista dell’intrigo in beffa ai cantieri, tra turni massacranti e paghe da fame ai connazionali dipendenti. Il gip Mario De Bellis ieri ha ’avvallato’ la congruità del quantum delle pene concordate fra gli avvocati difensori Stefania Pattarello e Paolo Munafò e il procuratore Antonio Patrono; a spianare la strada ai patteggiamenti sono stati i versamenti per il ristoro di otto parti offese, le gole profonde dell’inchiesta ancorata ad intercettazioni telefoniche; il totale è di 50mila euro, le quote ad personam vanno da un massimo di 9mila euro a un minimo di 2mila (la Cgil lo considera un anticipo sulla via di una causa civile). La pena più alta è andata al boss dell’associazione per delinquere, Bin Rauf, già titolare della Gs Painting: 3 anni di reclusione e 6 mila euro di multa, oltre alle sanzioni accessorie. L’effetto indotto è quello di non finire in carcere e di godere dell’affidamento in prova ai Servizi sociali. Pari a 2 anni e 8 mesi, invece, la pena oggetto del patteggiamento da parte dei coimputati-burattini Alam Shamrat Awesh, Rony Mohammed, Boktier Ibne, Rahman Animur, Hossain Anwar. Il gip ha anche disposto la confisca obbligatoria per equivalente del profitto del reato, quantificato in 451mila, ancorata ai report dell’Inps per i mancati versamenti contributivi. La sentenza si fa anche capolinea del percorso di rigenerazione della Gs Painting sviluppata dall’amministratore giudiziario Bruno Larosa, tra rispetto dei contratti di lavoro e retribuzioni congrue nell’ambito degli appalti con i cantieri, con non poche difficoltà a far quadrare i conti in relazione alle risorse incamerate.  

La prospettiva immediata è quella del ritorno in pista di Bin, già accettato dal Cantiere Baglietto, finora tenuto alla larga da Sanlorenzo e Nc Apuania. L’impianto delle indagini svolte dalla Gruppo della Guardia di Finanza – attraverso intercettazioni telefoniche e verbalizzazione delle vittime – è risultato solido. Da esso è emerso come la nuova frontiera del caporalato si era allungata alla fornitura della mano d’opera per lavori più duri, umili, meno specializzati e ’velenosi’ nell’ambito della cantieristica navale: il trattamento e la pitturazione degli acciai di cui sono costituiti gli scafi degli yacht di lusso. Ciò attraverso il sistema dei subappalti, tra paghe da miseria, turni massacranti e ricatti agli operai tenuti sotto scacco, obbligati a restituire parte delle retribuzioni, le cui buste paga erano formalmente corrette.  

Corrado Ricci