Giallo, cadavere ripescato in mare. Ignote identità e cause della morte

In avanzato stato di decomposizione, era in mare da circa un mese. Tra le ipotesi quella che si tratti del diportista disperso Pietro Fogliani

Il cadavere recuperato a Deiva Marina è stato trasportato dai vigili del fuoco fino a calata Malaspina

Il cadavere recuperato a Deiva Marina è stato trasportato dai vigili del fuoco fino a calata Malaspina

Deiva Marina  (La Spezia), 24 settembre 2018 -   Un cadavere in avanzato stato di decomposizione è stato recuperato nel primo pomeriggio di ieri al largo della costa spezzina, a un miglio di distanza, circa un chilometro e mezzo, dall’abitato di Deiva Marina. A fare la macabra scoperta è stato un diportista lombardo che stava pescando in zona e che ha visto galleggiare il corpo. L’allarme lanciato alla Capitaneria di porto ha dato il via alle operazioni di recupero, per le quali è stato essenziale l’intervento dei vigili del fuoco. Il cadavere è stato quindi trasportato, via mare, fino a calata Malaspina e poi all’obitorio dell’ospedale Sant’Andrea dove è stato sistemato in cella frigorifera, in attesa che la Procura affidi il mandato per eseguire l’autopsia.

A una prima ricognizione, fatta dal medico legale alla presenza dei carabinieri, titolari delle indagini, è risultato che le condizioni del corpo sono compatibili con una permanenza in mare di almeno tre/quattro settimane. L’avanzato stato di decomposizione e l’assenza di documenti non hanno reso possibile alcuna identificazione. Con ogni probabilità si tratta di un individuo di sesso maschile, di corporatura robusta. Indossa un paio di pantaloncini da mare di colore chiaro e un maglietta scura.

Aveva addosso anche un marsupio: all’interno gli investigatori hanno trovato un coltellino e altri piccoli oggetti, comunque non dirimenti rispetto al nodo irrisolto dell’identificazione. I carabinieri, dopo un sommario contatto con la Procura della Repubblica – nella persona del pm Federica Mariucci – si sono immediatamente messi al lavoro nel difficoltoso tentativo di dare un nome e un volto al cadavere. Nelle prossime ore saranno valutati tutti gli elementi a disposizione, incrociati con i dati relativi al registro delle persone scomparse. Le investigazioni, sotto questo profilo, sono però ad ampio spettro. Nonostante il cadavere sia stato recuperato al largo delle coste rivierasche, non è escluso che la sparizione e la morte possano essere avvenute altrove, perfino nelle acque territoriali di altre regioni. Comunque, un’ipotesi sulla quale gli investigatori stanno focalizzando l’attenzione in maniera particolare è quella secondo la quale il corpo trovato al largo di Deiva potrebbe essere quello dell’imprenditore di Sassuolo (Modena) Pietro Fogliani, appassionato velista e titolare delle Ceramiche Serra.

L’uomo, 56 anni, era partito da Porto Lotti per una breve navigazione in solitaria sabato 18 agosto, a bordo della sua Lulubelle, un 14 metri battente bandiera francese. La famiglia non lo ha più sentito. E l’imbarcazione è stata trovata, senza nessuno a bordo, nella mattinata del 23 agosto, spiaggiata con il motore in folle e la vela di prua al vento a poche centinaia di metri dalla costa di Vada. Al momento, l’accostamento tra il cadavere trovato nelle acque di Deiva e la sparizione dell’imprenditore emiliano, appassionato di sport estremi, è soltanto un’ipotesi. In ogni caso, i familiari di Fogliani sono già stati contattati in vista di un’eventuale comparazione del dna. E ieri pomeriggio erano già in viaggio in direzione della Spezia.

Roberta Della Maggesa