Bonus sociali, che fare

Ecco come funzionano le agevolazioni introdotte con il decreto del 2016 e i provvedimenti Arera

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Pagare la bolletta dell’acqua, del gas o della luce per molte famiglie può diventare molto complicato. Anche se non tutti lo sanno esistono però istituti che consentono di ridurre la spesa qualora ricorrano situazioni di disagio economico e sociale documentabili. Una possibilità prevista dal decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 2016 e successivamente attuata con provvedimenti dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera). In pratica, per quanto riguarda il buono idrico, è possibile non pagare un quantitativo minimo di acqua a persona per anno, fissato in 50 litri giorno a persona (18,25 mc di acqua all’anno), corrispondenti al soddisfacimento dei bisogni essenziali. Dal primo gennaio scorso c’è una novità: i bonus sociali per disagio economico saranno riconosciuti automaticamente ai cittadininuclei familiari che ne hanno diritto senza che questi debbano presentare domanda ai Comuni o ai Caf. Le condizioni necessarie per avere diritto ai bonus per disagio economico non cambiano: occorre appartenere ad un nucleo familiare con indicatore Isee non superiore a 8.265 euro, oppure ad un nucleo familiare con almeno 4 figli a carico (famiglia numerosa) e indicatore Isee non superiore a 20.000 euro o, ancora, appartenere ad un nucleo familiare titolare di reddito di cittadinanza o pensione di cittadinanza. Uno dei componenti del nucleo familiare Isee deve essere intestatario di un contratto di fornitura elettrica eo gas eo idrica con tariffa per usi domestici attivo, oppure usufruire di una fornitura condominiale gas eo idrica attiva. Ogni nucleo familiare ha diritto a un solo bonus per tipologia - elettrico, gas, idrico - per anno di competenza.