"Bolletta della luce? Sei volte più cara" Espode la rabbia nei bar e ristoranti

Il caso del titolare del locale “Al Gabbiano“ di Porto Venere: "L’anno scorso ho pagato duemila euro, ora il conto è salito a 12mila". Il lamento nelle imprese: "Verso un lockdown energetico e produttivo. Servono tetti ai prezzi per evitare il collasso delle aziende"

La bolletta del 2021 riferita ai consumi dell’energia elettrica si era attestata a 2.647 euro. Ora il costo è schizzato a 12.119: stesso periodo, spesa sestuplicata a parità sostanziale di consumi, pari a 17mila Kwh. Quando si dice stangata. L’ha subita Alessandro Silvestro, titolare del bar ristorante "Al Gabbiano" di Porto Venere, con affaccio su calata Doria. Una bomba ad orologeria. "Di questo passo sono a rischio l’attività, i posti di lavoro..." commenta l’esercente che ogni mese provvede al pagamento di 18 stipendi.

Vuole rassicurare i dipendenti: "Come sempre faremo di tutto e di più per salvaguardare l’occupazione. Ma i tempi sono davvero duri. Il timore è solo di essere all’inizio".

Le sue bollette sono confluite nel dossier che sta allestendo Confartigianato per monitorare la situazione e studiare il da farsi. Il caso è tutt’altro che raro, "Abbiamo le bollette mensili di energie elettrica di una gelateria passate da 1000 a 4000 euro e quella di un’azienda di carpenteria passate da 5mila e 2000 euro" dice il funzionario Nicola Carozza che sta tessendo la ricognizione. "Non possiamo affrontare l’autunno e l’inverno – spiega – con il rischio che il caro bolletta ci porti verso una nuova recessione. Dopo le fatiche del sistema produttivo per ‘rimanere aperto...’” sostiene il direttore Giuseppe Menchelli".

Che fare?

"Il caro-energia - dice il presidente di Confartigianato Figoli - richiede un intervento immediato in quanto le aziende non riescono a sostenere questi gravosissimi nuovi costi. E dovrà essere tra le prime emergenze per il nuovo Governo, in continuità con le azioni calmieratrici già adottate dal Governo Draghi. Che però sono state ampiamente superate. Le cause dei rincari vanno affrontate in una prospettiva strutturale. Occorre attuare incisive politiche di diversificazione del mix energetico, puntando sulla riduzione della dipendenza dal gas russo. E investendo sulle energie rinnovabili, sul nucleare pulito, sui termovalorizzatori e sull’efficienza rendendosi autonomi per evitare di rimanere sotto scacco come accade oggi". Pensieri condivisi da tutte le associazioni di categoria. Analoga iniziativa di monitoraggio è in corso da parte di Confcommercio: "Stiamo fornendo i dati agli organi nazionali nell’ambito della campagna ricognitiva avviata in vista di eclatanti rappresentazioni: appelli al governo per un cambio di rotta, appelli ai consumatori per comprendere" dice Roberto Martini. Già in alcune città i commercianti espongono sui vetri degli esercizi le bollette che ’certificano’ il salasso.

Anche sul fronte dell’industria monta l’ansia. L’associazione degli imprenditori spezzini sta a sua volta facendo un check. Ma dal fronte sindacale già sale il lamento.

"Siamo preoccupati per il caro energia che potrebbe avere ripercussioni pesanti nella nostra regione per molte aziende, parliamo di realtà di primissimo piano non solo per La Spezia, la Liguria ma per tutta Italia. Corriamo il rischio di un lockdown produttivo che avrebbe conseguenze ancora più pesanti del precedente legato alla pandemia quando tutto il mondo si era fermato: così si perdono fette di mercato e non possiamo permetterci una situazione simile che avrebbe effetti anche e soprattutto dal punto di vista occupazionale", spiega Christian Venzano, segretario generale della Fim Cisl Liguria.

Che fare?

"Bisogna intervenire velocemente, è un problema che riguarda tutto il nostro paese e non si può aspettare l’insediamento del nuovo Governo: è una priorità assoluta, ogni giorno perso può creare ulteriori difficoltà. E si deve dare particolare attenzione al panorama ligure perché dobbiamo evitare che le nostre aziende industriali siano costrette a ridurre la produttività per il caro energia con il reale pericolo della perdita di commesse".

Corrado Ricci