Atti sessuali sulla minore affidata Condannato a 4 anni di carcere

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L’affidamento della minorenne era avvenuto per il tramite dei servizi sociali di un Comune della Val di Vara. Lei aveva alle spalle una situazione familiare turbolenta. E la situazione che si era prospettata, all’insegna della solidarietà espressa da una coppia, era parsa ottimale agli operatori per garantire alla bimba, di 7 anni, un percorso di recupero verso la serenità, una crescita armoniosa, fatta di premure affetto Accadeva nel 2013. E tutto sembrava filare liscio. Nel novembre del 2020, quando la bimba era ormai diventata una ragazza e dimostrava più anni di quella che aveva, è emersa una verità sconcertante: fra l’adolescente e l’uomo affidatario era maturata una relazione segreta, con risvolti sessuali. A scoprirla fu la moglie di lui. Non esitò a sporgere denuncia ai carabinieri. Ieri l’epilogo processuale dell’inchiesta. L’uomo, un 46enne originario del Sud, è stato condannato a 4 anni e 4 mesi di reclusione all’esito del rito abbreviato chiesto e ottenuto dagli avvocati difensori Antonio Patanè e Fulvio Biasotti per salvare il salvabile. L’uomo, infatti, era reo-confesso. Non aveva esitato, durante gli interrogatori investigatori, a farsi carico delle sue responsabilità, con una premessa: "Non le ho fatto violenza. I rapporti erano consenzienti".

Il capo di imputazione conferma. Il reato contestato è quello di atti sessuali su minore, proibiti dalla legge là dove il minore ha meno di 16 anni. Come in questo caso. Gli abusi si sono protratti per quasi due anni, dalla fine del 2018 fino al novembre del 2020. Ieri il pm Federica Mariucci ha chiesto la condanna dell’imputato ad otto anni di reclusione. Il giudice Mario De Bellis ha ritenuto congrua la metà della pena. Per i legali il riconoscimento di una linea difensiva tesa a valorizzare la collaborazione dell’assistito verso gli inquirenti. Dal novembre del 2020, intanto, la ragazza, di origine slava,è affidata ad una casa famiglia.

Corrado Ricci