Settembre è il vero ’gennaio’ dell’anno. Tempo di rientro, di bilanci e di nuovi inizi, in particolare per chi cerca un impiego. Alla fine di agosto chi ha finito di studiare o ha fatto la stagione, si prepara a cercare un impiego stabile o un lavoro per i mesi invernali. La situazione del mondo del lavoro è complessa, mancano alcune professionalità e spesso l’incrocio domanda offerta non è immediato. È dello scorso maggio la direttiva del Parlamento Europeo che rafforza l’applicazione del principio della parità di retribuzione tra uomini e donne per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore attraverso la trasparenza retributiva e i relativi meccanismi di applicazione. Gli Stati dell’Ue dovranno recepire la direttiva entro il 7 giugno 2026, a quella data la retribuzione dovrebbe essere specificata nell’annuncio o durante il colloquio di lavoro. Nonostante il tema centrale sia la disparità di genere, questa direttiva dà modo di discutere anche sul tema della presenza della retribuzione negli annunci di lavoro, una questione che viene spesso sollevata.
Per i sindacati non ci sono dubbi: dichiarare la retribuzione nell’annuncio è corretto e positivo. Antonio Carro, Cisl La Spezia, si esprime a favore: "Siamo certamente favorevoli che ci sia la massima trasparenza negli annunci di lavoro, in merito all’applicazione dei contratti nazionali di lavoro, della relativa retribuzione e del giusto inquadramento professionale. Dobbiamo inoltre investire in formazione e combattere tutte le forme di lavoro grigio e nero e le differenze retributive di genere. Con l’attuale ancora alta inflazione e tassi d’interesse, serve una politica salariale che recuperi il potere d’acquisto dei lavoratori e pensionati". Essere consapevoli sulla retribuzione aiuta anche chi deve trasferirsi in altre città e può scegliere di candidarsi o meno a seconda di una previsione di spesa per affitto e mantenimento. Per Marco Furletti, segretario confederale Uil Spezia, è fondamentale informare chi cerca un impiego: "Oltre alla retribuzione, è inaccettabile che in molti avvisi non sia presente il contratto nazionale applicato con il livello richiesto. Sono dati non solo utili proprio a ricavare la retribuzione, ma fondamentali per accertarsi della buona fede dell’azienda nel non avvalersi di contratti fantasiosi, per non dire ’pirata’. Una maggiore chiarezza è anche sinonimo di serietà, in quanto una volta affermate le proprie intenzioni bisogna mantenere fede a quanto scritto: "Più informazioni si hanno meglio è – sottolinea Giorgia Vallone, segreteria della Camera del Lavoro – è un bene che dall’annuncio si possa capire l’inquadramento e il rispetto dei contratti nazionali. Sulla questione ’gender pay gap’ il problema spesso si verifica una volta entrati a lavorare quando le donne scontano mancate progressioni di carriera per tanti motivi. Tutta ogni passo verso la massima trasparenza è un bene, anche perché leggere in anticipo il compenso permette di sapere che si è tutelati da un contratto collettivo nazionale ed è un deterrente dal lavoro in nero".
Ginevra Masciullo