Curarono col botulino gli effetti del Parkinson. Lui rimase soffocato e morì

Sono due i medici indagati per la morte del noto gallerista spezzino Alberto Rolla

Alberto Rolla

Alberto Rolla

La Spezia, 18 marzo 2019 - Due medici indagati per la morte del noto gallerista spezzino Alberto Rolla, spirato alla vigilia di Natale del 2015 per le complicazioni sorte dopo la terapia a base di botulino, con iniezioni sul collo, alla quale il vip spezzino venne sottoposto per fronteggiare gli effetti sulla postura del morbo di Parkison del quale soffriva. La svolta – dopo la soluzione data dalla Cassazione ad un conflitto di competenza ad indagare fra le procure della Spezia e di Parma e due opposizioni alla richiesta di archiviazione del procedimento (prima e dopo l’indicazione della Suprema Corte) – si è palesata la scorsa settimana con l’avvio dell’incidente probatorio disposto dal gip Mario De Bellis su richiesta del pm Maurizio Caporuscio. Il giudice ha nominato due periti per accertare la reale causa della morte di Rolla, se fosse davvero affetto dal morbo di Parkinson con disfagia ed anterocollis (lo schiacciamento del mento sul collo), se è ravvisabile un nesso causale fra la somministrazione del botulino e il decesso, se siano state valutate le particolari condizioni patologiche del paziente e se, sulla base di esse, sia stata corretta - in termini di diligenza, prudenza e perizia - la scelta di prescrivere la terapia.

In pista per gli accertamenti ci sono, nominati dal gip, il professor Vittorio Fineschi di Siena e il dottor Antonio Federico di Salerno in servizio al Dipartimento di medicina legale dell’Università Sapienza di Roma.

L’antefatto, come detto, è quello del morbo di Parkinson che aveva colpito il noto gallerista; lui avrebbe voluto rimettere in sesto la postura, ‘elevare’ il mento dallo schiacciamento sul collo per superare i problemi di deglutizione. Ma le iniezioni, col prodotto invasivo, ebbero l’effetto di innescare complicazioni respiratorie che portarono alla necessità di effettuare una tracheotomia. Fu, quello, l’inizio del calvario perché sopraggiunse una polmonite letale. Rolla morì il giorno di Natale dello del 2015, all’età di 71 anni, lasciando sgomenti e addolorati i tanti amici che lo conoscevano e stimavano per l’impegno profuso nell’ambito culturale spezzino nella promozione dell’arte pittorica e dei suoi protagonisti. Secondo i familiari, assistiti dall’avvocato Maurizio Cozzani, Rolla non venne adeguatamente informato delle conseguenze nefaste che, potenzialmente, poteva avere il ricorso al botulino in presenza del morbo di Parkison. Agli atti risulta che lui prestò il cosiddetto consenso informato alla terapia. Nei fogli sottoscritti, però, era solo rappresentata la possibilità di effetti negativi di tipo transitorio, pienamente reversibili. Una prospettazione, dunque, secondo i familiari, fuorviante. Da parte loro, per interagire con i periti d’ufficio, hanno nominato come consulenti i professori Marco Di Paolo e Ubaldo Bonuccelli dell’Università di Pisa. Nomine per ora parziali dal fronte difensivo dove ad assistere il medici indagati ci sono gli avvocati Giordano Sturlese e Stefano Toniolo: in pista i professori Francesco De Stefano e Giovanni Abruzzese dell’Università di Genova. La Procura ha nominato il l’anatomopatologa Susanna Gamba che già concluse per l’assenza di responsabilità mediche. Indagati sono il medico specialista spezzino che effettuò la prescrizione del botulino in vista del ricovero all’ospedale Don Gnocchi di Parma e il medico emiliano che effettuò materialmente l’intervento.

Corrado Ricci