"Aiutateci". L’appello degli Oss a rischio

Dopo l’ennesima protesta, gli operatori di Coopservice guardano a Genova per salvare il loro lavoro. Contestato il concorso

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di Emanuela Rosi

"Dopo vent’anni di lavoro rischiamo di diventare disoccupati! Aiutateci!" Il grido arriva dagli operatori socio sanitari di Coopservice che ora temono di veder distruggere anni di lavoro dal concorso bandito dalla Regione Liguria per chiudere l’appalto e riempire quegli stessi posti finora occupati da loro dentro l’Asl 5, con contratti spesso precari, paghe minime, turni massacranti. Appalto e concorso ormai si inseguono da tempo, intervallati da proroghe e promesse di sanare una situazione di incertezza del diritto al lavoro creata e alimentata all’interno del sistema sanitario pubblico spezzino.

Eroi, forse, nessuno li ha mai considerati. Neppure quando il Coronavirus è piombato sulla primavera di questo funesto anno bisestile da nemico invisibile cogliendo impreparato chi doveva proteggere loro perché loro potessero proteggere gli altri. Oggi sono poco più di un numero: 158. E una sigla, OSS, che vuol dire operatori socio sanitari. Un numero, quel 158, che trasforma in entità anonime altrettante persone e le loro famiglie. Professionisti socio-sanitari che si trovano ora a vivere un Natale ancora più nero (se possibile!), con l’incubo di affrontare un concorso che sottostima il loro lavoro e la quasi certezza di perderlo e ritrovarsi a casa.

Passata anche la seconda emergenza, scaduta l’ennesima proroga dell’appalto Asl con Coopservice, il loro lavoro negli ospedali e nelle strutture sanitarie è diventato ancora più silenzioso: un pugnetto di punti che sono meno di un’arma spuntata per conquistare il posto di lavoro che già si erano sudati. Più silenzioso ancora dei lunghi mesi in cui hanno affrontato il Covid e il dolore degli altri nelle corsi degli ospedali, la paura di contagiarsi e contagiare, la certezza del contagio arrivata per più di metà di loro. "Siamo 158 Oss, con un’età media di 50 anni, che rischiano dopo 20 anni di lavoro di diventare disoccupati", scrivono in una lettera-appello, dopo aver protestato, fatto sit-in in Regione ("solo quelli che erano a riposo, chi lavorava non ha certo saltato il suo turno" precisano) e davanti all’ospedale spezzino, chiesto aiuto, ricevuto promesse e un concorso che non le rispecchia. "in questi vent’anni - scrivono – abbiamo subito discriminazioni, ingiustizie, demansionamento, mobbing. Anche nell’ultimo anno della pandemia, dove non ci siamo mai tirati indietro stando sempre in siamo stati trattati come dei lavoratori di serie B. Molti di noi si sono ammalati di Covid e, senza tempestivi controlli con tamponi fatti in ritardo, alcuni sono addirittura finiti in rianimazione". Ma sono dimenticati i giorni in cui passavano da un letto all’altro per portare assistenza senza adeguate protezioni mentre il virus correva tra i reparti.

"Adesso – continua la lettera degli Oss di Coopservice – , dopo tutti i sacrifici che abbiamo fatto, la Regione Liguria e l’Asl5 vogliono bandire un concorso per Operatori socio sanitari per tutti, mettendo a rischio il nostro posto di lavoro, che abbiamo sempre fatto con dedizione, professionalità e con amore. Chiediamo di salvaguardare il nostro posto di lavoro perché, oltre a noi, c’è in gioco il futuro di 158 famiglie". Eroi non sono, ma professionisti sì. E non numeri.