Cinque Terre: la piaga delle guide turistiche abusive

Il racconto di una professionista regolarmente iscritta all'albo. "Ho visto anche gruppi avventurarsi in sentieri durante l’allerta meteo"

Cinque terre

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La Spezia, 21 febbraio 2019 - Dilettanti allo sbaraglio. Succede quando a fare da ‘guida’ sono persone prive della necessaria preparazione e magari si avventurano, con schiere di turisti al seguito, per sentieri impervi, ignorando le più elementari norme di sicurezza. Oppure commettono imperdonabili leggerezze e disattenzioni. In vent’anni di attività di guida alle Cinque Terre, regolarmente iscritta all’albo delle guide del Parco, Sabrina Ferdeghini, 50 anni splendidamente portati, ne ha viste davvero tante.

Come quando ha dovuto prendersi cura di un turista francese non vedente ‘dimenticato’ dalla guida del suo gruppo e ritrovato dopo lunghe ricerche a pranzo in ristorante fra altri turisti francesi che il malcapitato aveva scambiato per la sua comitiva. «Situazioni frequenti – racconta Sabrina, spezzina, iscritta alle guide di Gaia – quando a fare questo lavoro sono persone prive della necessaria preparazione. Oggi serve molta professionalità, perché i flussi turistici sono cresciuti a dismisura, un bene, certo, per l’economia ma che impone approcci adeguati. La stagione si è molto dilatata.

Nei giorni scorsi, per esempio, sono arrivate frotte di asiatici, cinesi soprattutto, in concomitanza con i festeggiamenti del capodanno cinese». «Mi è capitato anche di vedere gruppi avventurarsi in sentieri durante l’allerta – continua Sabrina –, casi che ho subito segnalato al Parco e alla Forestale. Anche se, va detto, certe situazioni si creano perché i turisti non sono al corrente del quadro meteo. Penso che sarebbe importante, in questi casi, filtrare le partenze già alla stazione di Spezia con opportune informazioni. Diversamente come può un un turista straniero conoscere l’effettiva situazione di pericolo? Va detto comunque che con il Parco sono stati fatti molti passi avanti e io credo in questa istituzione. Del resto dopo l’alluvione del 2011 tutto è cambiato. Chi ha vissuto quell’esperienza ha imparato che lo scenario può cambiare da un momento all’altro e c’è più prudenza. Per quanto riguarda le guide credo molto anche nell’Albo e nella formazione della categoria. Ora si deve lavorare anche per cercare di decongestionare i flussi».

Franco Antola