L'anello sui sentieri alti, una bella escursione a Vernazza

A cura del Parco Nazionale delle Cinque Terre con la puntuale descrizione di Marzia Vivaldi

L'anello sui sentieri alti di Vernazza

L'anello sui sentieri alti di Vernazza

Vernazza, 4 giugno 2020 – Arriva l'estate e se qualche giornata di pioggia è comunque salutare per la natura, giungeranno presto le bellissime giornate di sole nelle quali poter passeggiare, magari alle Cinque Terre. E perché no, a Vernazza, con un'escursione sui sentieri che l'abbracciano.

Il percorso escursionistico ad anello con partenza dal centro del paese, passando per il Santuario di Nostra Signora di Reggio, fino al Monte Santa Croce, è una continua scoperta di testimonianze culturali e religiose, di ambienti di quota che si fondono con quelli costieri. “Paesaggi dove si può sempre guardare altrove – spiega dal Parco, Marzia Vivaldi - scoprendo ad ogni passo una natura salubre e potente”.

L'itinerario inizia da via Brigate Partigiane incontrando le prime edicole raffiguranti le Stazioni della Via Crucis. Salendo di poco si costeggia “L'ex convento dell'ordine francescano, situato nella parte alta dell'abitato, oggi sede del municipio e poi il cimitero da cui è possibile osservare il borgo dall'alto, le sue torri, la marina e le coste, alcune terrazzate”. Il sentiero si fa ampio e lastricato fino ad incontrare una cappelletta dedicata a San Bernardo.

“Affacci sul borgo ed il bacino del suo canale, il più ampio delle Cinque Terre si alternano lungo la salita. Tra muri costruiti su grossi roccioni, ulivi e fasce riguadagnate dall'erica arborea, si arriva al Santuario di Nostra Signora di Reggio. La chiesa ed il parco circostante meritano una sosta, sia per il panorama sia per i maestosi alberi come tigli, lecci, ippocastani, tuje ed il cipresso monumentale”. Di 800 anni che con le sue misure da record (23 metri di altezza e 490 centimetri di circonferenza circa) è una sorta di campanile vegetale che sfida quello di pietra. “Non è un caso se proprio un cipresso sia stato piantato accanto all'edificio di culto: nell'antichità infatti il suo fogliame sempreverde, il legno durevole e la straordinaria capacità di riprendersi ad eventi meteorici avversi, erano considerati simboli di longevità e vita eterna. Un prodigio della natura, messo a dimora dopo la costruzione del santuario di Vernazza, citato nell'Inventario Nazionale degli Alberi Monumentali del 1990”. Una grotta artificiale ospita una fontana con grossi mascheroni in marmo immersi nel capelvenere da cui scorga acqua fresca.

“Lasciando dal lato monte questa oasi spirituale si sale attraverso una scorciatoia all'ombra di un bosco misto che porta alla strada asfaltata fino all'imbocco del sentiero 582 dove si gode una delle viste più suggestive e verticali sul borgo. Il tratto si sviluppa lungo le valli tra Monterosso e Vernazza ad una quota che oscilla dai 350 ai 500 metri. Folta la macchia mediterranea che si incontra lungo il sentiero con panorami mozzafiato”.

Arrivati in località Termine si percorre nuovamente un tratto di strada asfaltata fino all'imbocco dell'Alta Via delle Cinque Terre. “Una galleria di ginestroni accompagna alla breve deviazione per raggiungere il Monte Santa Croce dove è presente una cappelletta ed un ampio prato. Con un ultimo sguardo sul Mesco, su Monterosso e la costa verso ponente, si attraversa la fitta macchia fino a raggiungere una bellissima lecceta. Da località Foce di Drignana si percorre il sentiero n. 508 che coincide con la strada asfaltata, fino a incontrare nuovamente in Santuario”.