Fra canestri e filosofia... Nessuna pietà per l'arbitro

Spettacolo teatrale sabato 9 febbraio al Dialma Ruggiero con Bedeschi, Mammoli, Ombrato e Vezzani

Una scena dello spettacolo di Emanuele Aldrovandi

Una scena dello spettacolo di Emanuele Aldrovandi

La Spezia, 8 febbraio 2019 – Nuova tappa di 'Fuori Luogo', la rassegna di scena al Dialma Ruggiero di Fossitermi... fra tiri a canestro e filosofia. Appuntamento alle 21.15 di sabato 9 febbraio per 'Nessuna pietà per l'arbitro' di Emanuele Aldrovandi, con Filippo Bedeschi, Luca Mammoli, Federica Ombrato e Alessandro Vezzani Una famiglia che vive per il basket. Una società post-ideologica, in cui sembra non si riesca più a scegliere in base a principi di valore. Giuseppe: storico, ricercatore universitario, mille euro al mese, sta preparando un discorso per la celebrazione del 2 giugno, anniversario della Repubblica italiana, ma difficilmente riuscirà a scriverlo. La moglie è in dolce attesa, sarà licenziata non appena il suo datore di lavoro se ne accorgerà ed incoraggia il marito a scrivere il discorso, convinta che sia un modo per avere successo e far quadrare i bilanci familiari. Il figlio è disoccupato, a rischio neet, gioca a basket e ha dei seri problemi di gestione della propria collera. Arbitro: come hobby dirige partite di basket, di mestiere fa colloqui di lavoro. Una partita rissosa, un fallo non fischiato e un braccio rotto.

La questione 'Arbitro' diventa strumento per sviluppare temi civili quali individualismo / bene comune, potere / anarchia, legge / libertà, idealismo / utilitarismo. E diventa occasione per Giuseppe per vedere 'da fuori' la società in cui vive nel tentativo di cogliere una prospettiva storica all’interno del suo tempo, per riuscire a narrarlo. “E poi siamo sicuri che il nostro mondo sia davvero post-ideologico? Forse fra duecento anni – affermano gli autori - i posteri guarderanno al passato e diranno che noi un’ideologia l’avevamo. Vedranno la legge che governava il nostro mondo, vedranno lo spirito della nostra epoca. Però, come lo chiameranno?”.

La regia è affidata a Marco Maccieri e Angela Ruozzi, le scene di Antonio Panzuto, il disegno luci di Silvia Clai, i costumi di Rosa Mariotti, con la consulenza scientifica del professor Marco Giampieretti. Si tratta di una produzione del Centro Teatrale MaMiMò, uno spettacolo vincitore del Premio del pubblico al Festival di Resistenza 2017 e finalista InBox 2018 - spettacolo selezione - Visionari Kilowatt Festival 2018. Per informazioni 375 57 14 205 e 0187-713264 oppure [email protected]. L'ingresso intero è a 15 euro, ma a 5 per gli studenti delle scuole superiori, a 10 per gli under 30 e a 8 per gli iscritti alla Scarti Factory.