Spezia, la forza di Martin Erlic: "Dopo la tempesta torna sempre il sole"

Il difensore croato invita a non abbattersi e aggiunge: "Mi sento sempre più spezzino, rispettiamo le regole e torneremo ad abbracciarci"

Martin Erlic

Martin Erlic

La Spezia - 01 aprile 2020 - L'appello a guardare ad un domani migliore arriva da un giovane di appena 22 anni, l'aquilotto croato Martin Erlic: "Dopo la tempesta arriva sempre il sole". Erlic, è un momento a dir poco tragico per l'Italia e per il mondo, come lo sta vivendo? "Non è facile ma me la sto cavando. Sono un ragazzo forte, cerco di tenermi occupato per non pensare troppo: parlo con gli amici e i familiari, mi alleno oppure semplicemente faccio il pane. E' chiaro che le preoccupazioni ci sono, specie per i miei parenti che vivono in Croazia perché anche lì, da qualche giorno, sono arrivati i primi contagiati da Coronavirus. Fortunatamente i miei abitano in campagna, a Tinj, vicino a Zara, e lì non circola molta gente. Ma purtroppo, ad aggravare la situazione, ci si è messo anche il terremoto dei scorsi giorni che ha svegliato nella notte anche i miei familiari: ringraziando il cielo non ci sono state gravi conseguenze". Cosa intravede per il domani... "Dopo la tempesta c'è sempre il sole. Io ho il dono della fede e come tale credo che tutto quello che sta avvenendo rappresenti una sveglia per tutti noi, un invito a riscoprire i valori che abbiamo smarrito. Attualmente non c'è più amore tra le persone né rispetto. Io sono molto legato alla mia famiglia, alla mamma, al papà, ai miei due fratelli e alle mie due sorelle". Come passa la sua giornata? "Mi sveglio intorno alle dieci, faccio colazione, verso le 13 pranzo, poi pulisco casa. Intorno alle sedici mi alleno, verso le venti mangio e poi gioco un po' alla play station". I compagni che sente maggiormente al telefono? "Krapikas, i fratelli Ricci e Capradossi". La forma fisica come va? "Cerco sempre di mangiare sano, specialmente ora che non ci alleniamo in campo: un primo a pranzo, un secondo a cena". Cosa le manca maggiormente in questo momento? "Il calcio e la famiglia. Non so quando potrò rivedere i miei e questo mi pesa". La prima cosa che farà quando tutto questo sarà finito? "Una bella passeggiata. Apprezzeremo tutti la libertà e un abbraccio". E' entrato nel cuore dei tifosi aquilotti per la sua semplicità, si sente un po' spezzino dopo due anni passati in riva al Golfo? "Ricevo, in effetti, tanti messaggi dai supporter che mi fanno molto piacere e ai quali rispondo sempre con grande disponibilità perché so che questo vuol dire tanto per loro. Io mi sento molto legato a Spezia e alla sua gente e dico a tutti gli spezzini che ora è importante rispettare le regole perché così facendo torneremo presto a tifare e ad abbracciarci". Pensa che il campionato possa ripartire? "Non riesco a farmi un'idea. Credo che torneremo ad allenarci tra un mese e tra giugno e luglio il torneo ripartirà. Ma ora è più importante la salute".