Spezia, Italiano: “Per un'ora abbiamo tenuto bene contro una squadra ben rodata”

Il tecnico all'esordio in A aggiunge: “Serve ancora tempo per amalgamare il gruppo. In questa categoria vieni punito al minimo errore”

Il tecnico Vincenzo Italiano

Il tecnico Vincenzo Italiano

Cesena, 27 settembre 2020 - “Quando abbiamo palla, dobbiamo fare capire che anche noi sappiamo gestirla”. Il maggior difetto - e il conseguente obbligato proposito – che ha riscontrato Vincenzo Italiano, che torna da Cesena sconfitto dal Sassuolo, all'esordio.

Un debutto amaro?

“Le difficoltà c'erano, le abbiamo viste. Per sessanta minuti siano stati in partita e abbiamo tenuto botta contro una squadra che gioca insieme da tre anni. Poi è normale che dobbiamo anche migliorare sotto l'aspetto fisico. Alcuni dei ragazzi sono andati un po' in calo, però cose buone si sono viste e dobbiamo ripartire da questo”.

C'è ancora tanto da lavorare?

“Quindici giorni sono stati pochi. I ragazzi arrivati hanno qualità e entusiasmo, come quelli che c'erano già. È normale che si ottengano identità e organizzazione attraverso il gioco, però il lavoro fino a questo momento è stato poco. Questa categoria è tosta, non ti perdona e col Sassuolo, quasi a ogni errore, siamo stati puniti. Sappiamo che il percorso è duro, è difficile, ma siamo convinti delle nostre qualità e dobbiamo sfruttarle”.

Tanti debuttanti, molta emozione?

“Qualche sensazione particolare l'avevamo tutti. Al momento che si è subìto il gol, tutti si sono tolti di dosso ansie e paure e abbiamo iniziato a giocare in maniera diversa. Nel secondo tempo in pochi minuti abbiamo rimediato qualche rete di troppo, evitabile, Noi però dobbiamo cercare di costruire una base importante, miglioreremo e tra qualche mese non possiamo essere ancora questi. Al più presto serve che i nuovi si integrino: Verde è arrivato ieri sera, Chabot due giorni fa, molti da poco più tempo”.

Il mercato sarà d'aiuto?

“Penso che l'unico movimento che si cercherà di fare, sarà lì davanti. Spero che venga un calciatore che ci dia una grossa mano, sappia sacrificarsi e riesca a realizzare qualche gol importante”.

Cosa c'è da migliorare?

“Si deve cercare di tenere più la palla perché, consegnarla agli avversari, poi richiede grande sacrificio per riconquistarla. Quando abbiamo il gioco in mano, dobbiamo dimostrare di saperlo gestire. Inoltre dobbiamo aggredire in maniera molto più feroce”.

Al Picco potrebbe essere differente?

“I ragazzi, dopo tre ore di viaggio, sentivano di giocare fuori casa. Nel nostro stadio ci abbiamo costruito la promozione, lì ci sentiamo, tra virgolette, protetti, ma visto che il Manuzzi sarà dove giocheremo per diversi match, ci dovremo adeguare”.

La differenza tra A e B?

“Tra i cadetti ci sono in campo 3 giocatori fortissimi e 8 gregari, in serie A 8 fenomeni e 3 gregari. Non puoi mollare perché da un momento all'altro, qualsiasi giocatore, può metterti la palla all'incrocio dei pali. In A serve attenzione e velocità di pensiero. Ci saranno momenti in cui ci sarà da soffrire e se c'è qualcuno che pensa di non dovere sudare con la maglia, allora non ha capito nulla”.

Conta anche la personalità?

“Non puoi deprimerti dopo aver preso gol. Abbiamo fatto bene dopo il primo, male dopo gli altri , è una situazione in cui spesso ci troveremo, dunque, prima regola, mai abbattersi. Certo è che noi eravamo un bambino di 15 giorni che ne affrontava uno di 3 anni, dunque alcuni errori e alcune situazioni era normale che accadessero”.