Aquile, l'ex Sansovini col cuore diviso a metà: ''Pescara e Spezia le squadre che amo''

L'indimenticato ex bomber aquilotto si attendeva qualcosa in più dal campionato dei bianchi e rilancia: ''In futuro, per il salto di qualità, servirà la continuità''

Marco Sansovini premiato con l'Aquilotto reale nel 2013

Marco Sansovini premiato con l'Aquilotto reale nel 2013

La Spezia, 21 aprile 2018 - Sembra ieri quando lo speaker Federico La Valle faceva tuonare il 'Picco' nell'acclamare il nome del bomber Marco Sansovini: 21 gol in una stagione e mezza (2012- gennaio 2014) e il titolo di Aquilotto reale nel 2013 lo attestarono come uno degli attaccanti più amati dal popolo bianco. Domenica prossima l'ex goleador aquilotto, ora alla Fermana, avrà il cuore diviso a metà: da una parte l'amatissima squadra spezzina, dall'altra il suo Pescara con il quale ha conquistato due promozioni, una in B e l'altra in A.

Sansovini, Pescara-Spezia è la partita del cuore... ''Sì perché sul piano emozionale sono due piazze importantissime per me. A Pescara ci vivo, a Spezia ho fatto un anno e mezzo bellissimo: sono due club ai quali sono legatissimo. Dal punto di vista tecnico è una partita delicata soprattutto per il Pescara, visto che lo Spezia ha una posizione di classifica tranquilla''. Si aspettava un Pescara così in basso in classifica? ''No, perché tecnicamente la rosa vale molto di più della classifica attuale.Nella fattispecie non so se mister Zeman sia stato seguito alla lettera o se avesse giocatori funzionali al suo gioco. Con l'aggiunta che si è un po' sottovalutato il pericolo retrocessione, con il risultato che ora c'è la lotta disperata per non andare in Serie C''. Le Aquile sono nel limbo, non hanno ancora conquistato la salvezza e difficilmente arriveranno ai play-off. Come valuta il cammino della squadra di Gallo? ''Lo Spezia riesce sempre a fare ventinove e mai trenta. E' un peccato perché si tratta di una compagine molto completa, composta da giocatori molto validi. Il campionato dei bianchi non è fallimentare, ma ci si poteva attendere qualcosa in più''. Lo Spezia ha un'ottima difesa, ma in attacco segna troppo poco: solo 37 i gol realizzati dalle Aquile. ''Quella bianca è una squadra molto forte nel reparto arretrato, ma anche davanti ha giocatori di valore, basta scorrere i nomi. Una cosa è certa: bisogna mettere gli attaccanti nelle condizioni di fare bene. Io feci venti gol ma avevo una squadra che lavorava per me, la fortuna degli attaccanti la fanno i compagni di squadra''.  Ma cosa manca ad un club come lo Spezia, con una proprietà così forte, per fare il definitivo salto di qualità, ovvero la Serie A? ''E' inspiegabile perché io mi sono trovato bene con tutto l'ambiente: con la città che ha una grande passione e con la società che è impeccabile e che sta lavorando bene. Per giunta, rispetto a quando giocavo io, ora c'è anche il centro sportivo. Forse si è cambiato tanto ogni anno, probabilmente bisognerebbe avere un po' più di pazienza e consolidare un guppo di giocatori per più anni per traguardare l'obiettivo finale''. Se una volta attaccate le scarpette al chiodo lo Spezia la chiamasse per un ruolo nel club? ''Risponderei presente naturalmente, Spezia ce l'ho nel cuore. Ora ho un altro anno di contratto con il Pescara, sto bene e il prossimo anno giocherò ancora. Quando smetterò mi piacerebbe fare il direttore sportivo''.