Quirinale, Mugnai: «Un nome a sorpresa. E magari sarà una donna»

Il deputato aretino di Coraggio Italia disegna scenari nuovi per l'elezione del Capo dello Stato

Stefano Mugnai

Stefano Mugnai

Firenze, 22 gennaio 2022 - Stefano Mugnai, aretino, ex consigliere regionale toscano di Forza Italia, deputato del centrodestra (prima nel partito di Berlusconi ora nel partito di Brugnaro e Toti), farà la sua ultima corsa di allenamento domenica, vicino casa. Tiferà la Fiorentina nella sfida di Cagliari e poi in 'ritiro' per il voto storico del nuovo Presidente della Repubblica.  

Onorevole Mugnai, ci siamo. Più trattative che certezze. Ci faccia lo scenario di lunedì. 

"Lo scenario di lunedì, o forse lo scenario di giovedì…, lo si costruisce nelle prossime ore: i gruppi, i partiti, si stanno sentendo freneticante. Tutti parlano con tutti, ma è obiettivamente ancora presto per avere certezze. D’altronde fa parte della liturgia laica della nostra Repubblica arrivare solo all’ultimo secondo con il nome buono per il Colle più alto. Ed io, che facevo il chierichetto, figuriamoci se non le rispetto le liturgie. Però secondo me, e azzardo molto, questa volta potrebbe anche esserci un nome a sorpresa, ma non per questo meno autorevole. E magari un Presidente donna. Come accadde con Pertini, a parte il fatto che lui era chiaramente di sesso maschile". 

 Coraggio Italia fa parte del centrodestra. Siete compatti? 

"Sí e sí. Facciamo parte del centrodestra e siamo compattissimi. Anche nel ricordare a tutti che questo passaggio è il più delicato della vita istituzionale del nostro Paese e che questo drammatico frangente storico lo rende, se possibile, ancor più delicato. Questo dovrebbe imporre a tutti di cercare di convergere su una figura alta e possibilmente farlo senza tenere il Paese sospeso per giorni con votazioni che non raggiungono il quorum".

 La strategia di Berlusconi lei l'ha capita fino in fondo? 

"Certo che l’ho capita, ma forse nel dubbio che non l’avessi capita bene, me l’ha pure spiegata personalmente quando mi ha chiamato per i rituali ed apprezzatissimi auguri di buon compleanno. Una candidatura legittima, ma è sotto gli occhi di tutti che difficilmente sarà destinata al successo. Poi magari mi sbaglio… però non credo.

 Lei si è detto sempre tifoso di Draghi. A Palazzo Chigi o al Quirinale? Se sale al Colle che fine fa il governo? 

"La retorica del fuoriclasse che può giocare in ogni ruolo con la squadra che gli viene costruita intorno, a me sta un po’ sul gozzo, ma credo che anche Draghi ne sia infastidito. E questo perché e’ una semplificazione superficiale. Il punto è un altro: voglio sperare che tutti abbiano finalmente capito che il nostro Paese, che è sí un grande Paese, non è però grande abbastanza per bastarsi da solo. E la pandemia se un merito l’ha avuto e’ quello di aver evidenziato che le questioni serie vanno affrontate in maniera integrata con gli altri partner internazionali e che il futuro dell’Italia dipende molto dall’autorevolezza di cui gode nelle cancellerie europee e mondiali, così come sui mercati. Ebbene, la rinnovata credibilità dell’Italia vi assicuro che ha poco a che fare con i trionfi agli europei di calcio o alle Olimpiadi, vittorie per le quali siamo tutti impazziti, io per primo, ma ha invece molto a che fare con l’avere una figura come Mario Draghi a Palazzo Chigi. Nei prossimi mesi, con la posa a terra del Pnrr e con tutte le risorse che arriveranno, ma che andranno anche a gonfiare ulteriormente il debito pubblica, essere credibili ed autorevoli sarà tutto". 

 Si aspetta una mossa di Renzi?

"Se mi aspetto una mossa di Renzi? Renzi e’ sempre in movimento! Tutto gli si può dire, ma certo non di essere statico. Renzi è un moto perpetuo".