Francesca, a 55 anni sempre sul parquet. "Non smetto. Il basket è la mia vita"

Da quest'anno la Picchi, livornese, è playmaker della Gea Basket Grosseto in serie B

Francesca Picchi

Francesca Picchi

Grosseto, 22 novembre 2019 - Non avrà più la rapidità nelle gambe di qualche anno fa. Ma la passione, l’entusiasmo ed il suo tiro da tre punti fanno sempre la differenza. Anche in serie B. Francesca Picchi, 55 anni, è uno dei volti nuovi della Gea Basket Grosseto, la formazione di serie B femminile di pallacanestro, che sta provando ad ottenere la salvezza dopo il salto di categoria dalla C alla B. E che l’ha richiamata “costringendola” a fare la pendolare da Livorno pur di tornare a giocare un campionato federale. Classe 1964, livornese, 50 anni passati sui parquet di mezza Italia, Francesca Picchi da quest’anno è in forza alla squadra grossetana, dove ha trovato compagne di squadra che può quasi definire come sue “nipoti”, e un coach, Luca Faragli, anche più giovane di lei. Grinta, passione, un amore smisurato per la palla a spicchi. Questo spinge ancora la Picchi, nipote del mitico Armando Picchi, a mettersi ancora in discussione nello sport, alla faccia della carta d’identità. La storia di Francesca Picchi in sostanza è un elenco infinito di partite, sudore, passione. Da dove nasce questa passione? “Nasce da una famiglia di sportivi. Da mio zio Armando, che giocava nel Livorno e nell’Inter. Tutti in casa abbiamo lo sport nel dna. Mio babbo è stato il primo livornese a giocare contemporaneamente a basket (Livorno) e calcio in serie A (Torino). Io ho iniziato a giocare a basket a 6 anni dopo aver provato ginnastica artistica”. Cinquanta anni di pallacanestro eppure dice di provare ancora emozioni quando gioca. “Mi sono fermata nel 2000 per un intervento chirurgico, un anno di stop, e non è bastato, visto che ai legamenti sono stata operata quattro volte. Ho ripreso nel 2000 a Pisa, e da lì continuo ancora. Il basket mi trasmette emozioni. E’ una mia debolezza, mi alleno anche da sola a Livorno. E’ qualcosa che non si può spiegare. Ce l’ho dentro questa passione. Fino a qualche anno fa mi allenavo al PalaMacchia insieme alla squadra di A1 allenata da Cinzia Piazza, poi in serie C con Luca Mori. E ora per diletto gioco ancora con gli amici uomini alla Bastia all’ora di pranzo”. Idoli sportivi? “Il mio idolo era mio babbo. E come idolo sportivo posso dire che mi ero fissata con Ciccio Grasselli, ex giocatore della Max Mobili di Pesaro”. Poi è arrivata la chiamata della Gea Basket Grosseto. “Quando il presidente Furi mi ha chiamata credevo si sbagliasse. Ho 55 anni, sono fortunata. Ho potuto coltivare le mie passioni con insistenza. Vengo da Livorno assieme a Camilla Amendolea (altra nuova giocatrice della Gea). Poi a Grosseto sono legata da tempo, essendo amica di Luca Banchi e della sua famiglia”. Come è stata accolta nella famiglia Gea? “Benissimo. Le ragazze mi hanno subito messo a mio agio. Sono un po’ tutte mie nipoti. Io ho un carattere positivo, e mi sto trovando molto bene”. Che obiettivi si è data e che stagione sarà per la Gea? “Grosseto mi ha dato l’opportunità di sentirmi giovane, ed io voglio dare una mano al gruppo. Voglio trasmettere la mia passione alle mie compagne di squadra. Ci attende una stagione difficile, impegnativa. Noi come altezza, esclusa Amendolea (è alta 1,87 Ndr), siamo tutte un po’ basse e possiamo giocare in tutti i ruoli. Ci sarà da stringere i denti fino alla fine per la salvezza. Possiamo migliorare, ma dobbiamo essere realisti, dobbiamo giocare accettando i nostri limiti, anche fisici”.