Caos stipendi e scadenze Manca chiarezza

LIVORNO

di Igor Vanni

"Anche oggi, si paga domani...". Ormai a Livorno il ritornello sembra essere questo. Verrebbe da ridere, se non ci fosse da piangere. Sì, perché tutto quanto viene fatto di buono in campo dai ragazzi di Alessandro Dal Canto (nella foto in basso) viene puntualmente vanificato dalle difficoltà della nuova società a mantenere fede ai pagamenti entro le scadenze dovute. E così il Livorno si prenderà una sfilza di punti di penalizzazione che lo porteranno in fondo alla classifica. Non solo, il non aver mantenuto fede al versamento degli stipendi dei calciatori, con la società già messa in mora, ha dato automaticamente la possibilità ai giocatori stessi di richiedere lo svincolo immediato. Della serie: "al peggio non c’è mai fine". Sono undici gli elementi della rosa amaranto che si sono rivolti all’Assocalciatori per la messa in mora della società e quattro di questi hanno già i fogli pronti per procedere per vie legali. Il 12 novembre, infatti, la società del presidente Giorgio Heller (nella foto a sinistra) avrebbe dovuto saldare gli stipendi, ma versò solo il 60% (e non a tutta la rosa) dei 130.000 dovuti, spiegando che il resto sarebbe arrivato lunedì 16 insieme alle altre scadenze. Il risultato? Nonostante le dichiarazioni ottimistiche dei vari dirigenti, tese a calmare l’ambiente, di quei soldi non se ne è vista traccia, motivo per cui i calciatori potranno procedere allo svincolo d’ufficio quando vogliono.

Nella loro condizione, però, ci sarebbero anche i dipendenti della sede e tutto il settore giovanile, per una situazione che ha davvero dell’incredibile. E i tifosi amaranto si fanno una sola, semplice domanda: perché dichiarare che è tutto sistemato e che i pagamenti sono stati fatti, se poi così non è? Qualcosa non quadra e anche i nuovi proprietari hanno perso in fretta quel poco di credibilità che avevano. A poco servono, come scuse, i "tecnicismi bancari, le firme digitali non riconosciute, il Covid che blocca il presidente, i mille problemi trovati in società": Livorno chiede fatti e non parole. Dei primi se ne sono visti pochi, delle altre se ne sono spese fin troppe, tanto che adesso tutta la piazza inizia a perdere la pazienza.

I pochi sorrisi, dal momento della cessione della maggioranza delle quote da parte della famiglia Spinelli, arrivano appunto dal campo, dove Alessandro Dal Canto ha fatto delle autentiche magie con un gruppo di ragazzini usciti in anticipo dalla formazione Primavera, ben amalgamati a un manipolo di ‘grandi’ che tirano avanti la carretta. Senza contare che a volte ha potuto convocare appena 16 giocatori. E per fortuna che sono arrivate buone indicazioni dai vari Haoudi (ormai titolare insostituibile), Deverlan, Pecchia, Nunziatini, Fremura o Pallecchi: il più giovane ha 17 anni, il più ‘vecchio’ appena 20... Un quadro alquanto triste e cupo per una squadra che negli ultimi 20 anni ha fatto la spola tra B e A, toccando anche la Coppa Uefa.