Mabro, la resa dei conti è vicina: "Dove sono finiti i compratori?"

Lavoratori in assemblea: "Vicenda opaca. E la Regione anticipi la Cig"

TIMORI Una delle numerose manifestazioni fuori dallo stabilimento

TIMORI Una delle numerose manifestazioni fuori dallo stabilimento

Grosseto, 30 luglio 2016 - PIÙ CHE preoccupati, sull’orlo di una crisi di nervi. I lavoratori e le lavoratrici dell’ex Mabro (almeno quelli della Filctem Cgil) si guardano negli occhi dopo l’ennesimo incontro tra istituzioni e lavoratori per l’azienda tessile di via Senese andato a vuoto e si chiedono cosa sarà del loro futuro. Lo fanno dopo un assemblea infuocata dove sul piatto sono comparse tante domande alle quali qualcuno dovrà pur rispondere. «Siamo preoccupati – dicono – per quanto emerso nell’ultimo incontro al ministero dello Sviluppo Economico. Dopo l’interesse manifestato sia con la partecipazione ai vari bandi, sia attraverso trattative private con il Commissario, sembrano usciti di scena gli imprenditori italo-svizzeri, i cinesi e gli stilisti italiani. Alcuni dei quali avevano anche effettuato versamenti a garanzia previsti dai bandi».

I LAVORATORI proseguono: «Pare che da più parti si sia fatto di tutto per impedire una soluzione positiva anche perché riemergono nomi che in passato sono stati classificati inaffidabili, conosciuti anche per aver prodotto documentazioni false». Secondo l’assemblea infatti si «conferma preoccupazione e sospetto verso chi afferma che sia più conveniente l’acquisto o il ripristino della vecchia struttura rispetto alla realizzazione o affitto di una nuova. In ogni caso ci potrà essere l’utilizzo solo dopo che i competenti organi della Asl avranno riscontrato il rispetto delle norme e l’assoluta sicurezza della salute di chi ci lavorerà». Una vicenda che nasconde «Troppa opacità – proseguono i lavoratori – in una situazione che esige trasparenza. Come mai tutte le trattative sono naufragate? Ci sono 200 famiglie che aspettano di sapere cosa succederà». Polemiche anche sulla cassa integrazione. I lavoratori chiedono infatti che la Regione «intervenga in tempi rapidi con l’anticipazione degli importi maturati. E’ assurdo – chiudono – che venga riconosciuto il diritto di percepire la cassa integrazione ma che l’erogazione debba avvenire solo a conclusione della procedura della Prodi-Bis che non si può sapere oggi quando si concluderà. La Regione è in grado di procedere con urgenza su importi superando le tante pastoie burocratiche, seppur modesti, che sono fondamentali per i bilanci familiari».