Lavoro sempre più precario: in Maremma più di 700mila voucher

La Cgil sul piede di guerra, pronta alla battaglia referendaria per eliminare i buoni-lavoro

Claudio Renzetti (al centro), segretario Cgil Grosseto

Claudio Renzetti (al centro), segretario Cgil Grosseto

Grosseto, 9 marzo 2017 - La precarizzazione del lavoro in Maremma si chiama voucher. Più di settecentomila, nel 2016, sono stati i buoni lavoro da 10 euro ufficialmente utilizzati per acquistare manodopera occasionale e in realtà usati, secondo la Cgil di Grosseto, per aggirare contratti di lavoro regolari a tempo indeterminato o a termine. Per l’esattezza lo scorso anno i voucher acquistati sono stati 707.608, con un incremento del 20% rispetto al 2015 quando già il monte buoni era risultato essere assai corposo.

«Questi numeri – dice Claudio Renzetti, segretario generale della Cgil Grosseto – fanno conquistare alla nostra provincia il primo posto in regione per incidenza dei voucher sulla forza lavoro». Secondo il sindacato è il settore turismo ad assorbire la fetta più grande di questi strumenti di pagamento. Oltre 167mila buoni sarebbero stati acquistati per pagare i lavoratori di strutture ricettive. «C’è il tentativo di sostituire la stagionalità con i voucher» tuona Renzetti. Non più contratti a termine, dunque, secondo la Cgil, ma rapporti para-subordinati mascherati con l’occasionalità che giustifica l’uso del voucher.

La covenienza per le aziende è evidente: il lavoratore costa molto meno e i vincoli giuridici in capo al datore di lavoro in pratica si azzerano. Dopo il settore turismo c’è il commercio ad attingere a piene mani ai voucher: 101.334 buoni lavoro nel 2016. Il settore servizi, invece, ha fatto ricorso a questo strumento soltanto in 56.372 casi. Ma la vera piaga – secondo la Cgil – si nasconde nei lavoratori «grigi». Non sono impiegati a nero, ma retributi (in parte) con voucher acquistati in tabaccheria magari insieme a un pacchetto di sigarette o a un «Gratta e vinci». Non è possibile sapere chi li ha acquistati, né per quali tipologie di lavoratori sono stati impiegati. Per l’Inps, dunque, è difficile controllare.

«Come ci confermano molti lavoratori ai nostri uffici vertenze – dice ancora Renzetti – spesso il ricorso ai voucher è risultato molto conveniente per chi voleva pagare in nero una bella fetta del lavoro finora retribuito coi tradizionali contratti stagionali. Tanto che stimiamo che a un’ora pagata con un voucher se ne associano mediamente 3 pagate al nero. Quindi i 707.000 voucher di Grosseto li dobbiamo ragionevolmente collocare in oltre 2.500.000 ore/lavoro effettive». «I voucher vanno aboliti – conclude Renzetti – O ci pensa subito il Governo o ci penseranno gli elettori con lo specifico referendum già approvato e di cui siamo solo in attesa di conoscere la data di svolgimento. La mobilitazione della Camera del lavoro di Grosseto sarà totale. Per far vincere il ‘Si’ (abolizione dei voucher) collaboreremo con tutti senza guardare alle appartenenze»