Da Grosseto al mondo: boom per l'azienda che produce generatori di ossigeno

L'emergenza Covid e l'hi-tech: parla il direttore generale di Noxerior, Federico Guidarelli

Guidarelli nella sede di Nexerior (Foto Aprili)

Guidarelli nella sede di Nexerior (Foto Aprili)

Grosseto, 28 maggio 2020 - E' boom per azienda di Grosseto che produce generatori di ossigeno. Sistemi che vanno a coprire il fabbisogno di ossigeno delle terapie intensive di tutto il mondo. Al posto della bombola, c'è una vera e propria "centrale" di produzione ossigeno che controlla continuamente la purezza.

Un sistema che tra l'altro abbatte anche i costi. I «nostri generatori di ossigeno sono registrati come dispositivi medicali di classe IIB al ministero della Sanità e li vendiamo già in tutta Europa e nel resto del mondo: vorremmo dare, da italiani, un contributo anche al nostro Paese e al nostro territorio».

Così Federico Guidarelli, direttore generale di Noxerior, l'azienda hi-tech con sede nel capoluogo maremmano, auspicando che anche la sanità italiana possa acquistare questi strumenti così come Paesi esteri stanno facendo.

«In questa fase - spiega Guidarelli - rispetto a un core business che prevedeva una produzione per l'80% destinata al mercato industriale, nelle ultime otto settimane siamo passati a un 85% destinato ai generatori di ossigeno per il settore medicale-sanitario. Dall'inizio dell'anno ne abbiamo già prodotte 135 unità, il 90% delle quali per l'emergenza Covid-19, il necessario per coprire oltre 2.000 posti letto in terapia intensiva in tutto il mondo tra ospedali, ospedali da campo e cliniche private da Dubai all'Indonesia, dalla Russia al Sudamerica».

Tuttavia, evidenzia il dg di Noxerior, «gli ospedali italiani da sempre usano le bombole d'ossigeno o comunque sistemi criogenici. Ma utilizzare i generatori sarebbe un salto di qualità nell'efficienza e anche un risparmio economico: è vero che le bombole arrivano negli ospedali già certificate, ma i generatori permettono un controllo continuo della purezza dell'ossigeno che arriva al paziente, anche in remoto. E costano molto meno».