Grosseto, 10 ottobre 2010 - I resti fossili di un mammifero marino, parente dell'attuale dugongo, sono stati trovati a Campagnatico, nel Grossetano. Sono stati recuperati il cranio con le zanne anteriori, la mandibola, diverse costole,
alcune vertebre e parte degli arti anteriori. Il fossile è stato attribuito alla specie Metaxytherium subapenninum, un sirenio che viveva lungo le coste italiane durante il Pliocene da 5 a 3 milioni di anni fa. E' stato Simone Casati, scopritore di fossili del Gruppo Avis Mineralogia e Paleontologia di Scandicci, a notare alcuni frammenti di ossa in un campo presso Arcille a pochi chilometri da Grosseto. Casati ne dà notizia in un comunicato.

 

Il Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Pisa, subito coinvolto nelle ricerche, per verificare se si trattasse di frammenti isolati o se nel sottosuolo si nascondesse uno scheletro intero, ha voluto testare l'utilizzo del Georadar, strumento che invia impulsi elettromagnetici nel terreno e dalla loro riflessione ricava una sorta di radiografia del sottosuolo che evidenzia le eventuali anomalie presenti, cioè i corpi estranei, che potrebbero essere anche dei fossili.

 

I risultati dell'indagine sono stati sorprendenti: hanno permesso, non solo di individuare la presenza dello scheletro, ma di determinarne le dimensioni e la profondita' di seppellimento. Il recupero e' stato effettuato dal Museo di Storia Naturale e del Territorio dell'Università di Pisa in collaborazione con il Gruppo Avis Mineralogia e Paleontologia di Scandicci (Firenze), il Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Pisa, la Soprintendenza Archeologica della Toscana e il Comune di Campagnatico. Come i sirenii attuali (il dugongo e il lamantino), Metaxytherium subapenninum era un mammifero marino che viveva in acque calde e costiere, nutrendosi di piante marine.