Secondo l’Istat e il ministero della Salute, è "anziana" la persona ultrasessantacinquenne. Attualmente in Italia l’aspettativa di vita è molto alta (si parla di 85 anni per le donne e 82 per gli uomini), perciò è altrettanto elevato l’indice di vecchiaia (178 anziani ogni 100 bambini). Nel nostro Paese, secondo i più recenti dati Istat, vivono quasi 14 milioni di anziani, circa il 23% della popolazione. Ma siamo proprio sicuri che un sessantacinquenne di oggi, in buona forma fisica e intellettiva, possa essere considerato "anziano"? Recentemente la Società italiana di Gerontologia e Geriatria ha proposto di definire anziano l’individuo ultrasettantacinquenne, un salto in avanti di dieci anni. Ed in effetti oggi le persone in buona salute conducono una vita piena e attiva, sono di aiuto nella cura dei nipoti, spesso svolgono attività di volontariato, hanno passatempi ed hobby che li coinvolgono e li portano a relazionarsi con gli altri. Si parla di persone che sono in buona salute; in molti casi, ovviamente non è così. Molti sono gli anziani in difficoltà, malati, soli e spesso la percezione di inutilità sociale aumenta in loro il senso di depressione e di abbandono.