Tassi anche al 60%: trentenne denunciata per usura aggravata

Nelle grinfie della giovane è finita una imprenditrice grossetana

La procuratrice capo di Grosseto Raffaella Capasso

La procuratrice capo di Grosseto Raffaella Capasso

Grosseto, 13 marzo 2019 - Usura aggravata, con tassi dal 40 al 60%, ed estorsione: queste le accuse per S. P., 30 anni originaria di Prato ma abitante a Grosseto. La donna gravita nel mondo degli spettacoli viaggianti. Il gip nei suoi confronti ha emesso la misura del divieto di avvicinamento alla persona offesa su richiesta della procura a seguito di indagini della squadra mobile dopo la denuncia di una vittima. In particolare, le indagini hanno consentito di appurare che la persona offesa, che svolge attività imprenditoriale, trovandosi in difficoltà economiche aveva chiesto in due diverse occasioni prestiti di denaro all’indagata, da lei conosciuta tramite amici comuni. Nel settembre 2018 aveva ottenuto 2.500 euro in prestito a fronte dei quali si era impegnata a restituire 3.500 euro.

La seconda volta (novembre 2018) a fronte di un prestito di 5.000 euro, si era impegnata a restituirne 8.000. Ma l’indagata, alla scadenza, aveva preteso che per ogni giorno di ritardo, la vittima avrebbe dovuto corrisponderle interessi nella misura di 200 euro al giorno facendo salire a 16.000 euro la somma da restituire. «In sostanza – ha spiegato il procuratore di Grosseto Raffaella Capasso – gli elementi raccolti hanno consentito di documentare che i tassi di interesse erano dal 40 al 60%», ben oltre il «tasso soglia determinato dal Ministero del Tesoro». Messa alle strette dall’indagata, la persona offesa decise di denunciare alla polizia tutto quello che gli stava succedendo. Le indagini si sono avvalse anche di intercettazioni telefoniche che, aggiunge il procuratore, «avevano consentito di documentare sia la spietata attività usuraria del’indagata sia i suoi tentativi di estorsione a danno della vittima». Inoltre l’indagata «per costringere la persona offesa – prosegue il procuratore Capasso – a pagare la somma con gli interessi, aveva adombrato l’esistenza di un finanziatore, dal quale esse stessa avrebbe ricevuto il denaro e che tale soggetto, violento e di pochi scrupoli, le avrebbe potuto arrecare grave nocumento».