Turbativa d’asta, reati dichiarati prescritti

L’inchiesta a Sorano aveva coinvolto amministratori professionisti e imprenditori

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In dodici erano finiti sotto inchiesta per falso e turbativa d’asta. Era il 2013. Fra loro anche il sindaco di Sorano Pierandrea Vanni, raggiunto dalla misura cautelare del divieto di dimora e costretto a dimettersi e che oggi non nasconde la propria amarezza per una vicenda per la quale avrebbe voluto una conclusione diversa. Al centro dell’inchiesta, condotta dal pm Stefano Pizza, c’erano il regolamento urbanistico di Sorano e il pip di San Quirico. Nel 2018 era stato disposto il rinvio a giudizio per i 12 indagati ma la vicenda giudiziaria si chiude adesso con la prescrizione dei reati. Lo ha deciso il giudice Bilisari. Una vicenda che aveva portato agli arresti domiciliari tre professionisti: Simona Bonacori, responsabile dei servizi urbanistici del Comune e gli architetti Andrea Pistolesi e Luca Perin ai quali era stato affidato l’incarico per il regolamento urbanistico. Imputati oltre a loro erano finiti Luigino Cannucciari, Stefano Canistri, Pierandrea Vanni, Andrea Gioacchini, Marco Filoni, l’imprenditore edile Roberto Bramerini,Giovanni e Giuseppe Garibaldi Bitonte. Per Gioacchini, morto nel frattempo, è stato dichiarato il non doversi procedere. Fra le accuse contestate dal pm Pizza, oggi al centro dell’inchiesta sui Palamara Papers, c’era la turbativa di una licitazione privata per lavori di ampliamento all’area pip di San Quirico. Dopo 7 anni e mezzo, era l’aprile 2013 quando scattarono le misure cautelari con blitz in Toscana e Basilicata, la vicenda giudiziaria si chiude senza fare chiarezza sulle eventuali responsabilità degli imputati. "Non era questa la conclusione che avrei voluto e che non è stata certo perseguita dalla mia difesa in tutti questi anni – dice il sindaco Vanni –. La fiducia che i cittadini mi hanno rinnovato per la terza volta mi ripaga in parte della grande amarezza che ho provato e ancora provo per una vicenda che considero ingiusta".