Caos lupi, Tizzi chiude l’azienda. Lo storico allevatore vende tutto

Da 64 anni nelle campagne di Saturnia a fare il pastore. Ma i continui assalti lo hanno esasperato. "La convivenza tra predatori e pecore è impossibile"

Il pastore Fernando Tizzi, dopo 64 anni di lavoro, ha deciso di smettere l’attività

Il pastore Fernando Tizzi, dopo 64 anni di lavoro, ha deciso di smettere l’attività

Manciano, 5 giugno 2022 - Ha deciso di dire basta. Dopo 64 anni di lavoro durissimo e di battaglie altrettanto difficili. Fernando Tizzi, simbolo dei pastori maremmani, si è arreso. Nessuno è riuscito a fargli cambiare idea: troppo grandi le ferite che arrivano da anni e anni di delusioni da parte delle istituzioni. Sì perché la battaglia con i predatori, Fernando Tizzi l’ha persa. "Ho deciso di smettere – dice –. Ho deciso di chiudere a malincuore la mia azienda agricola che portavo avanti da 40 anni nelle campagne di Saturnia. Che è sempre stata e rimarrà la mia casa Dopo tutti questi anni di umiliazione ho voglia, prima di morire, di trovare un po’ di pace. Mi sono rovinato la vita ma voglio chiudere in tranquillità e con quello che mi piace fare. Senza pensare notte e giorno alle mie pecore che vengono mangiate dal lupo".

Il motivo di questa improvvisa serrata è infatti il problema predatori. Fernando Tizzi, insieme ad altri allevatori, sono anni che combatte questa sua battaglia. "Ho avuto e guardato fino a 400 pecore nella mia azienda. Poi olivi, viti, campi da seminare. Insomma, facevo l’agricoltore a tempo pieno – racconta – Poi è arrivato il lupo e pian piano è finito tutto". Il suo lavoro giornaliero, che si era ridotto sensibilmente, adesso non è più remunerativo.

E anche il minimo che serviva per andare avanti, non entra più nelle casse. Ecco il perché, proprio in questi giorni, Fernando Tizzi ha venduto le pecore rimaste, circa 150 e ha deciso di chiudere qui e andare in pensione. "Da anni subisco circa 15 assalti l’anno. Uccisioni, pecore disperse, arrabbiature. Il mio gregge non esiste più. Cosa ci sto a fare? Per dar da mangiare al lupo? Ho iniziato a fare il pastore nel 1958, quando avevo 12 anni. Crede che non mi dispiaccia lasciare tutto? Ma è una decisione inevitabile". Prova a spiegare le sue istanze, per l’ultima volta. Lui che è stato il paladino della lotta della pastorizia contro il proliferare dei predatori nelle campagne maremmane.

«Bisogna togliere il lupo dal territorio. Non ci sono altre vie d’uscita. Si può cercare di spengere il sole? –aggiunge con una provocazione – Certamente no. E la convivenza tra lupo e pecora è la stessa cosa. Non ci sono altre soluzioni. A meno che non si fa come l’uomo in questo ultimo periodo. Che è impazzito e che crede che questo possa avvenire". Adesso si dedicherà alla sua seconda grande passione. Il collezionismo di utensili di vita contadina maremmana. "Ho circa settemila pezzi comprati durante la mia vita – chiude Fernando Tizzi –. Oggetti che sono serviti alle persone semplici per lavorare e andare avanti. Oltre a questo farò l’orto ma purtroppo anche per fare quello devo mettere una rete elettrosaldata altrimenti i cinghiali mangeranno tutti. Perché – chiude amaramente – ormai il mondo è degli animali. Dobbiamo farcene una ragione e cercare di andare avanti".

Matteo Alfieri