Colpita dal marito, operata ma resta gravissima

Profonde ferite in testa e nel volto causate da un oggetto pesante usato dal marito poi morto suicida

La villetta sull’Aurelia dove si è consumata la tragedia

La villetta sull’Aurelia dove si è consumata la tragedia

Grosseto, 1 luglio 2020 - E’ stata operata dall’équipe maxillo-facciale delle Scotte di Siena per una frattura nella zona parietale e una brutta ferita. E adesso sta lottando in prognosi riservata. Le condizioni di Carla Guidarelli sono stazionarie. Condizioni gravi per colpa del marito, che ha tentato di ucciderla con un colpo alla testa poco prima di togliersi la vita con un colpo di pistola. Oris Orazioli infatti, dopo aver aggredito la donna nella loro casa in via Aurelia, all’estrema periferia artigianale di Grosseto, nella zona dei Poggetti Nuovi, si è tolto la vita perché credeva di averla uccisa. Quell’aggressione avrebbe superato ogni limite.

Il nucleo investigativo dei carabinieri di Grosseto, coordinati dal Pm Giovanni De Marco, sta ricostruendo tutta la vicenda. Da capire cosa sia successo prima dell’arrivo della telefonata arrivata al centralino del 118 intorno. All’altro capo del telefono c’era infatti uno dei figli della coppia che chiedeva aiuto per sua madre. Poco prima, infatti, la donna lo aveva contattato, dicendogli che aveva un forte mal di testa e che non si ricordava quello che era accaduto. Dalla ricostruzione fatta dai carabinieri, qualche minuto prima Oris Orazioli avrebbe preso un oggetto molto pesante e lo avrebbe scagliato con forza verso il volto della moglie. Carla Guidarelli, colpita, sarebbe caduta sul letto. E, dopo aver visto una grande fuoriuscita di sangue, l’uomo ha deciso di farla finita. Credendo di averla uccisa ha impugnato la pistola (detenuta legalmente) e ha fatto fuoco. La donna, però, si è svegliata e ha chiamato il figlio.

Il ragazzo quando ha visto la mamma con il sangue in testa ha chiamato il 118. Solo dopo l’arrivo dei sanitari è stata scoperta la tragedia: in una delle camere, infatti, c’era il padre che aveva deciso di farla finita. I carabinieri stanno ancora cercando questo oggetto contundente con il quale Orazioli avrebbe colpito sua moglie in testa. La villetta e tutte le pertinenze sono state sequestrate dalla Procura e i carabinieri nei prossimi giorni effettueranno un altro sopralluogo.

Intanto, anche il profilo di Oris Orazioli, l’ex vigile urbano in pensione che ha tentato di uccidere la moglie, si delinea in modo preciso: un personaggio, chiuso, da sempre poco socievole. Prima di entrare nella Polizia municipale aveva lavorato alle acciaierie di Piombino. Poi entrò in Comune come operaio e diventò vigile urbano dopo un concorso interno.

"Quando andò in pensione nemmeno ci salutò", raccontano alcuni ex colleghi. Orazioli aveva anche avuto problemi con la madre malata. Ed è stato per questo motivo che fu spostato dal servizi in motocicletta a quelli di quartiere. Ma anche nella vita sociale, l’ex agente, cambiava poco le sue abitudini: saluti di circostanza ai vicini e poca confidenza da sempre. Pochi amici con cui condividere la vita o le passioni. A differenza della moglie Carla che aveva un carattere completamente diverso dal suo Ma emerge un altro particolare che forse spiega molte cose: pare infatti che il sessantaquattrenne che si è tolto la vita con un colpo di pistola alla testa abbia sempre avuto un’ossessione per la moglie, quasi patologica. Era infatti molto geloso, da sempre. Ed è forse al culmine dell’ennesima lite che abbia deciso di ucciderla colpendola violentemente alla testa con un oggetto.