Talamone, ecco i dissuasori ’intelligenti’ per salvare pesca e delfini

Speciali apparecchiature evitano che i delfini danneggino le reti dei pescatori

Ilaria Ceciarini e Paolo Fanciulli

Ilaria Ceciarini e Paolo Fanciulli

Orbetello, 6 marzo 2021 - Un esperimento sensazionale all’interno del Santuario dei Cetacei che potrebbe cambiare il rapporto tra la piccola pesca e la presenza di delfini i quali, a causa dell’impoverimento dei mari, sempre più si spingono sotto costa per strappare i pesci dalle reti dei pescatori e cibarsi, causando così danni ingenti ad un settore già di per se in crisi.

Da qualche giorno a Talamone, sul moto pesca Sirena di Paolo Fanciulli, si sta svolgendo la parte pratica del Life Delfi avviato in Italia, con fondi europei, dal Cnr di Ancona che si avvale nella Regione Toscana della collaborazione dell’Università di Siena, dove la professoressa Letizia Marsili del dipartimento delle scienze fisiche della terra e dell’ambiente, con la collaborazione di Enrica Franchi, stanno coordinando le operazioni sul campo.

Sono già state fatte alcune uscite con l’utilizzo di due dissuasori, applicati su una rete di circa 1000 metri in alcune zone di pesca dove solitamente si concentrano i branchi di delfini e dove spesso i pescatori salpano le reti a brandelli: ed i risultati sembrano esser incoraggianti con le frequenze del DID (Dolphin Interactive Dissuasor) che raggiungono anche la potenza di 500 kilohertz che, di fatto, vengono interpretate dai delfini come la presenza di un loro predatore o comunque di un pericolo. Ma la cosa sensazionale è che il DID si attiva a sua volta quando recepisce le vibrazioni e la frequenze dovute alla presenza ed ai suoni di comunicazione tra delfini.

In quel caso si attiva per circa una sessantina di secondi riuscendo per il momento a tenere lontani i cetacei che stanno così alla larga dalle reti. A bordo del Sirena, per l’utilizzo del DID, c’è una biologa grossetana, la dottoressa Ilaria Ceciarini che ci spiega le caratteristiche di questi apparecchi di nuova generazione: «La novità di questo tipo di modelli sta sostanzialmente in tre elementi – spiega lei – per prima cosa il dissuasore, che si ricarica da una batteria come quelle che possono essere a bordo di una barca, si attiva solo con l’eventuale presenza dei delfini, per un ristretto periodo di tempo, preservando così la ricarica ed il conseguente funzionamento. L’altro elemento distintivo è la discontinuità, che fa sì che si diminuisca l’inquinamento acustico del mare dove già esistono i rumori dei motori delle navi e delle barche. Ed infine, la stessa alternanza del suo funzionamento fa sì che i delfini non si abituino a tali rumori, elemento che ne precluderebbe l’efficacia».

Il progetto Life Delfi nasce per ridurre le interazioni tra i delfini e le attività di pesca professionale che costituiscono anche un rischio per i delfini, che spesso predano il pesce dalle reti da pesca, correndo il pericolo di restare feriti gravemente. In particolare, Life Delfi focalizza la sua attenzione sulla tutela del delfino costiero (Tursiops truncatus).  Sabino Zuppa