Stagionali, Gennari: "Prima il cuneo fiscale"

Il presidente di Confcommercio Grosseto: "Imprenditori pronti a offrire soluzioni per recuperare organici, ma serve collaborazione"

Migration

Eccoli i numeri. Confcommercio Grosseto riprende l’apertura verso la Fisascat Cisl cghe attraverso Simone Gobbi aveva proposto di aggiornare, dopo quasi 30 anni, il tavolo con le organizzazioni datoriali per la contrattazione integrativa degli stagionali del turismo che anche quest’anno si fa fatica a trovare. Confcommercio Grosseto parte da alcune valutazioni a livello nazionale. "Il Ministro del Turismo Massimo Garavaglia ha parlato di un fabbisogno occupazionale di circa 300-350 mila addetti per i servizi turistici e di ristorazione – ricorda il presidente Giulio Gennari – Le carenze più consistenti nel nostro Paese attualmente riguardano il settore dei pubblici esercizi, dove mancano all’appello 194 mila lavoratori per tornare ai livelli del 2019. Ovviamente, la Maremma non è immune da queste dinamiche. La difficoltà del reperimento del personale è del 38% e ci sono strutture ricettive che hanno difficoltà ad aprire in quanto non trovano cuochi, camerieri, barman e personale ai piani. È un problema che in Maremma vogliamo risolvere, per questo – sottolinea Gennari – siamo a disposizione per un incontro che magari serva a portare a casa risultati concreti". "Possiamo però già anticipare che non c’è dubbio sul fatto che lo stipendio debba o possa essere più allettante – anticipa il presidente Ascom – Anzi, i nostri imprenditori sono pronti a dare degli incentivi ai giovani, ma quello che chiedono, giustamente, come contropartita è che lo Stato li aiuti con la tanto agognata riduzione del cuneo fiscale". I numeri a supporto di questa ultima affermazione, li fornisce ancora l’Ascom: un dipendente che percepisce uno stipendio di 1.400 euro netti al mese costa all’azienda circa 2.700 euro mensili, a cui si sommano i costi accessori. E non è solo una questione di stipendio. "Per identificare possibili soluzioni, dobbiamo andare a cercare l’origine del problema. In questo caso, è un dato di fatto che dopo due anni di aperture a singhiozzo – osserva il presidente provinciale della Confcommercio - il settore turismopubblici esercizi abbia perso moltissimi dipendenti, che nel frattempo hanno trovato occupazione in altri settori". La pandemia, dunque, come fattore spartiacque. "Ha cambiato i piani di molti lavoratori, che oggi cercano un nuovo equilibrio tra vita privata e professione- sostiene Gennari - Pertanto il dibattito che si apre, dovrebbe riguardare anche l’organizzazione del lavoro".

Gennari chiude con altri numeri importanti. "I dati di Unioncamere – dice – fotografano, in provincia di Grosseto, l’offerta che è salita ben al di sopra della domanda. Dal 2010 abbiamo assistito ad una continua crescita del numero delle imprese dei settori alloggio e ristorazione; al l 31 dicembre 2017 erano 6.348, nel 2020 6.543, e nel 2021 6.550. Questo per effetto delle liberalizzazioni, che noi preferiamo definire ‘deregolamentazione’, che ha creato simili scompensi di mercato. Ai nostri clienti delle start-up, consigliamo di farsi redigere un business plan che analizzi anche quantitativamente la concorrenza per evitare pesanti delusioni rispetto alle aspettative imprenditoriali".

Non solo non trovano il personale necessario per poter lavorare. Gli imprenditori, i ristoratori soprattutto, sono stanchi di essere ingiustamente accusati di ‘sfruttare’ i dipendenti. "Una macchina del fango che viaggia sui social e che rischia di paralizzare un settore, ovvero il turismo – conclude Gabriella Orlando, direttore Confcommercio Grosseto - che è un’eccellenza italiana ed così importante per l’intera nostra economia. Ognuno di noi non dovrebbe permetterlo".