"Spazzatura nelle reti dei pescatori"

L’allarme di Manai responsabile di Federpesca Toscana: "Si tratta di reticoli che, una volta tirati su, si rompono e il contenuto si riversa a bordo"

La spazzatura nelle reti dei pescherecci

La spazzatura nelle reti dei pescherecci

Grosseto, 28 gennaio 2020 - Plastica e spazzatura nelle reti dei pescatori a largo della costa maremmana, tra Grosseto e Livorno. La denuncia arriva da Federpesca: "Si tratta di contenitori di spazzatura, cartoni e altro, compressa e legata". A quanto pare si tratta di materiale di scarto pressato per essere spedito via mare ad aziende che dovrebbero occuparsene per lo smaltimento. Di certo, con tutta evidenza, a quelle aziende questo materiale non è mai arrivato. "Come li tocchi, il reticolo che li tiene insieme si rompe e tutto il contenuto si riversa a bordo – spiega Roberto Manai, responsabile di Federpesca Toscana – e anche in questo caso chi ci rimette è l’impresa di pesca, che oltre a subire un danno materiale alle attrezzature utilizzate per lavorare perde una giornata di lavoro che nessuno le permetterà di recuperare".  

Infatti, se il peschereccio rientra in porto con un pescato simile "nessuno garantisce che sia trattato come rifiuto pescato, essendo ‘particolare’, e dovrà sottostare anche a un’operazione di dichiarazione di evento straordinario, con tutto ciò che ne consegue". Insomma, uno scenario ben distante da quello che si auspicherebbe in tema di lotta alla plastica, tutela del mare e gestione consapevole dei rifiuti: "Come al solito, i nostri politici tutti si fanno promotori di incontri e proclami in merito alla salvaguardia del mare, ai progetti di plastic free, ma il giorno dopo ci ritroviamo soli con il problema addosso. Debbo dire che oltre al danno la beffa, poiché in alcuni casi dopo aver fatto tutto il lavoro di pulizia, quindi con il mestiere a bordo e pertanto non in pesca, sono stati elevati verbali di transito in aree vietate alla pesca, non avendo rispettato le velocità di crociera imposte". Insomma, non solo quella roba si trova dove non dovrebbe essere (e qui chiaramente qualcuno dovrà spiegare per quale motivo), ma anche il danno alle attrezzature, il mancato guadagno per il tempo impiegato a occuparsi di questo contrattempo, i problemi burocratici una volta arrivati a terra. E all’orizzonte, un nuovo decreto per il fermo pesca che prevede ulteriori riduzioni, a tutela dello stesso fondale marino dal quale in questi giorni i pescatori stanno tirando su quella roba. Oltre ai trenta giorni di fermo obbligatorio continuativo, infatti, sono stati imposti altri 31 giorni di fermo aggiuntivo, a totale carico del pescatore. © RIPRODUZIONE RISERVATA