Si studia il "caso Mancinelli"

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Oggi alla sala Bartolini di Saturnia (via Aldobrandeschi) alle 16.30 spazio alla rassegna "Le Voci della Storia" che presenta "Figure e figuri dell’archeologia in Maremma alla fine dell’800. Lo strano caso di Francesco Mancinelli Scotti". "Il conte Francesco Mancinelli Scotti (Civita Castellana 1847-Roma 1936), di nobile famiglia decaduta – spiegano gli organizzatori dell’evento - viene colto a circa quarant’anni dalla insana passione per l’archeologia e gli scavi, e dedica i successivi quaranta a esplorare o meglio, secondo molti archeologi, ‘devastare’ il territorio dell’Etruria meridionale, partendo dall’Agro Falisco (Capena, Narce) e arrivando fino a Vulci. Uomo di grandi slanci, che lo portano a vent’anni a entrare nelle fila garibaldine, opera come infaticabile e fortunatissimo scavatore, collezionista e mercante di antichità, vendendo reperti archeologici a collezioni e musei italiani ed esteri. A lui per un certo periodo si associò anche Riccardo Mancinelli, quasi omonimo, ma non suo parente, che esplorò estesamente i siti archeologici di Poggio Buco, Pitigliano, Sovana e Saturnia, rinvenendo numerosi corredi funerari che, in parte acquistati dal Museo Archeologico di Firenze, finirono poi sul mercato antiquario, e sono oggi conservati nei Musei di Berlino, Copenhagen e Berkeley in Calfornia". Alla figura di questi affascinanti personaggi nel 2018 è stata dedicata una giornata di studi i cui atti, curati da Cristina Biella (Università La Sapienza) e Jacopo Tabolli dell’Università per Stranieri di Siena (nella foto), saranno presentati oggi.