Scuola, quante polemiche. Caccia a cento supplenti

Allarme precariato in provincia, la Cgil provinciale lancia l’allarme Russo: "Numeri impietosi per i concorsi sballati, manca la continuità didattica"

Alunni in classe (Foto archivio Baldi)

Alunni in classe (Foto archivio Baldi)

Grosseto, 3 settembre 2022 - Un esercito di studenti? No, di precari. Sono impietosi i dati dallo studio della Cgil che ha rielaborato i dati dell’ufficio scolastico regionale: in Toscana ci sono 1850 posti di lavoro messi a disposizione dallo Stato che non saranno occupati. I concorsi infatti, che sono stati banditi, non hanno permesso le immissioni a ruolo degli insegnanti. Si ricorrerà alle supplenze, dunque: 100 le cattedre che dovranno essere assegnate a Grosseto.

"Stiamo aspettando i dati scorporati dell’ufficio scolastico provinciale, poi tireremo le somme - ha iniziato Cristoforo Russo, sindacalista della Flc Cgil - Ovvero aspettiamo a controllare quanti saranno gli insegnanti che riusciranno ad avere una cattedra a tempo indeterminato o chi dovrà accontentarsi di un incarico annuale". Cento dunque i supplenti previsti a Grosseto: "Si tratta di un numero enorme - aggiunge Russo - e il problema è sempre lo stesso: la mancata stabilizzazione dei docenti precari è l’ennesima dimostrazione che il sistema di selezione è sbagliato. Se riesce a passare il 10% dei lavoratori vuol dire che c’è qualcosa che non torna: il sistema di selezione - aggiunge Russo - deve facilitare le immissioni altrimenti non partirà mai quel processo di formazione del personale che non va mai ad incidere sulla continuità. Inoltre per accedere ai concorsi e alle graduatorie è prevista l’acquisizione di 60 crediti formativi contro i 24 degli anni precedenti, con tutte le difficoltà e le spese che chi vuole fare l’insegnante dovrà sostenere per ottenerli, alimentando il sistema delle agenzie formative e università private. I posti dunque andranno nuovamente ai precari ci sono classi che ogni cambiano insegnati ogni anno. Dove è la continuità didattica?". Ma anche i numeri delle classi in Maremma è in diminuzione: 20 classi in meno nelle scuole della provincia. A questo si aggiungono 21 docenti in meno nell’organico di diritto per il 2022-23.

"Tradotto in termini pratici - prosegue Cristoforo Russo - significa aumento delle classi pollaio, con tutto ciò che ne consegue, soprattutto per la qualità della didattica e per gli alunni più fragili. Problema, peraltro, che il ministro Bianchi si era impegnato a risolvere. Inoltre, nel lungo periodo si rischia la perdita di classi e la chiusura di alcune scuole, nelle aree interne della provincia di Grosseto. Le dichiarazioni del ministro Bianchi si basano sulle proiezioni del decremento demografico – chiude Russo - ma non tengono conto delle caratteristiche di ogni territorio. Invece, questa è una discriminante fondamentale poiché, in Maremma, la popolazione diminuisce soprattutto nell’interno, dove si rischia la perdita di classi e la chiusura dei plessi. In città, per contro, non avremo nessun sollievo sul problema delle classi pollaio, se non si investe in organico".