"Tutti a scuola fino al 30 giugno? Operazione impossibile e inutile"

I presidi delle scuole superiori della città bocciano l’idea della quale si discute in questi giorni a Roma

Gli studenti del liceo scientifico Marconi mentre si apprestano a entrare in classe

Gli studenti del liceo scientifico Marconi mentre si apprestano a entrare in classe

Grosseto, 23 febbraio 2021 - Anno scolastico prolungato al 30 giugno? A Grosseto non ci crede nessuno. Di certo non i presidi delle scuole superiori, i quali nel dibattito aperto dal neo Premier Mario Draghi sulla possibilità di una proroga del termine delle lezioni leggono solo una "mossa mediatica".

Telegrafica la dirigente scolastica del liceo Rosmini, Gloria Lamioni: "Mi sembra una ipotesi poco attuabile visto l’impegno degli insegnanti negli esami di Stato".

Dettagliata, invece, Daniela Giovannini , preside del Polo Bianciardi: "Non è con 20 giorni di scuola in più che si può recuperare ciò che è stato perso (che non sono certo i contenuti)". "E poi, con quali modalità si alungherebbe l’anno? - prosegue la Giovannini – Solo se si potesse tornare in presenza al 100% avrebbe un senso. Con la didattica a distanza sarebbe inutile. Inoltre: con i docenti che hanno un incarico al 10 giugno e che non possono essere obbligati a proseguire fino al 30, come pensano di fare?".

Tranchant Francesca Dini , dirigente dell’istituto Fossombroni. "È una boutade – dice - Piuttosto è necessario risolvere due problemi. Il primo è quello della copertura delle 10mila cattedre che a inizio anno risultavano scoperte. Occorre assumere docenti a copertura dei posti vacanti in modo che tutti gli studenti riprendano le lezioni con tutti gli insegnanti assegnati. È in questa maniera che si recuperano i cosiddetti ’giorni persi’. La seconda questione – prosegue la preside Dini – è investire per valorizzare l’istruzione tecnica e professionale, cominciando a cambiare denominazione a queste scuole per chiamarle ’licei tecnici’".

Unica voce un po’ dissonante, quella di Cinzia Machetti , preside all’sitituto Leopoldo II di Lorena: "In linea di massima sarei anche favorevole, ma ci sono problemi organizzativi oggettivi e non trovo opportuno sovrapporre gli esami di Stato alla frequenza in classe, i trasporti dovrebbero funzionare al 100%. Meglio una riforma del calendario scolastico a partire da settembre".

Andrea Fabbri