Sanitari ’no vax’ sospesi dal servizio: arrivano i primi ripensamenti

Un medico, appena letta la pec inviata dall’azienda sanitaria locale, è corso a ricevere la sua prima dose di siero

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Decine di professionisti, tra medici, infermieri e operatori socio–sanitari della provincia di Grosseto (130 in tutto) stanno vivendo questi ultimi scampoli d’estate sulla graticola perché Asl Toscana Sud Est sta inviando via pec (posta elettronica certificata) le prime comunicazioni di sospensione dal servizio in conseguenza all’inadempienza all’obbligo vaccinale anti-Covid19. Se giovedì è stata la giornata d’esordio della reprimenda, ieri la situazione è apparsa leggermente più tranquilla. Nelle cassette di posta elettronica certificata degli Ordini professionali degli infermieri, dei medici e dei farmacisti sembra non siano arrivate ulteriori comunicazioni. Ma di certo arriveranno nei prossimi giorni.

La procedura che porta alla sospesione dei professionisti della sanità che abbiano compiuto la scelta di non vaccinarsi è, infatti, un po’ lunga. La spiega l’avvocato Paolo Serra, difensore legale di una cinquantina di operatori coinvolti in questa vicenda.

"La norma prevede in sostanza tre comunicazioni diverse da parte dell’Asl ai soggetti che non si sono vaccinati – dice Serra – Dapprima l’azienda sanitaria invia una pec al professionista per chiedergli informazioni circa la sua posizione rispetto all’obbligo vaccinale disposto dal decreto legge 442021. Asl, infatti, deve dare la possibilità alla persona di giustificare, eventualmente, la propria inadempienza perché ci sono delle circostanze previste dalla legge per le quali l’operatore sanitario può essere anche esonerato dal farsi il vaccino. Una volta che il soggetto ha risposto, oppure se non risponde, Asl invia una seconda pec attraverso la quale dispone per lo stesso la vaccinazione, intimandogli, appunto, di adempiere all’obbligo previsto dalla normativa entro 10 giorni. Trascorso questo periodo di tempo, qualora il soggetto in questione non si sia ancora vaccinato o non risulti nemmeno prenotato – prosegue l’avvocato Serra – l’Asl invia una terza ed ultima pec con la quale adotta il provvedimento amministrativo della sospensione dal servizio che viene inoltrato sia all’interessato, sia al suo datore di lavoro e anche al Consiglio dell’Ordine professionale al quale egli appartiene". L’avvocato Serra evidenzia che qualora l’operatore sanitario sospeso volesse fare ricorso in tribunale, il giudice giusto al quale rivolgersi è quello ordinario e non il Tar (Tribunale amministrativo regionale). "Bisogna rivolgersi al giudice ordinario – spiega Serra – perchè si tratta di lesione di diritti soggette perfetti, e per tale ragione la comptenza non è di nessun altro tribunale".

Va tuttavia detto che per i professionisti coinvolti in questa vicenda c’è sempre tempo per ripensarci. Qualora decidano di sottoporsi a vaccinazione, infatti, potranno essere agevolmente reintegrati. è accaduto proprio ieri. L’unica pec arrivata ieri all’Ordine provinciale dei medici di Grosseto disponeva la sospesione di un dottore che appena ha letto la missiva è corso al centro vaccinale più vicino e si è vaccinato. Per lui, dunque, nessuna sospensione.

anfa