Salgono i tassi di interesse. Guida alla scelta del mutuo

Il Codacons: "Oggi le banche sono meno orientate verso i prestiti con indice fisso ma quelli variabili presentano al momento più rischi". C’è l’opzione col tetto massimo

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I tassi di interesse in rialzo preoccupano i risparmiatori e in particolare chi sta pensando di chiedere un mutuo per acquistare casa. "In questa situazione di incertezza – spiega Silvano Bartolini, responsabile per Codacons Toscana dell’area credito e finanza – le banche sono più restie a concedere un mutuo. Vengono richieste infatti maggiori garanzie. Se si lavora nel settore privato non basta avere un reddito fisso, ma si valuta anche lo stato di salute dell’azienda per la quale si lavora".

"Inoltre, è sempre più difficile riuscire a ottenere un mutuo a tasso fisso – sottolinea – perché i tassi sono in rialzo e verosimilmente continueranno ad aumentare e dunque non è conveniente per le banche accogliere la richiesta di un mutuo che resterà sempre ad un tasso fisso che attualmente oscila tra 2,75 e 3,50%, contro il 2-2,30% di un paio di mesi fa".

Che fare, allora? "Il mutuo a tasso variabile è sconsigliabile – risponde l’esperto – anche se il tasso in quel caso è più basso, al momento, e oscilla tra 0,95% e 1,30%.

Una soluzione potrebbe essere il mutuo cap che non si faceva più, visti i tassi molto bassi, e che ora invece è frequente che venga proposto". Il mutuo cap è un mutuo con il tasso di interesse che oscilla in base all’andamento dell’Euribor ma che non può superare una certa soglia. Ad esempio, si parte da una forbice che oscilla tra 1,60% e 2,20% e non può superare, anche se i tassi aumentano di più, la soglia del 5%. E’ dunque un mutuo consigliato per chi, nel corso del tempo, può farsi carico di una rata potenzialmente più elevata di quella di partenza, ma vuole comunque tutelarsi contro un possibile rialzo eccessivo dei tassi.

Un’altra preoccupazione che affligge di questi tempi i risparmiatori sono gli investimenti. Meglio Bot, Btp, azioni, fondi gestiti? "Prima dello scoppio della guerra in Ucraina – dice Bartolini – la Borsa era ai massimi, ora ha perso già un 30%. Chi ha le spalle coperte e sa cosa sta facendo sicuramente ha margini di guadagno investendo sui titoli azionari. Per chi non vuole rischiare, può optare sui fondi di investimento gestiti che hanno una quota azionaria, scelta al momento della sottoscrizione, che può andare dal 15% al 50%, e un mix di obbligazioni". E i titoli di Stato? "Anche se l’inflazione aumenta e quindi aumentano i rendimenti, quelli dei Bot sono comunque molto bassi. Lo stesso per i Btp: quelli a cinque anni sono a un 2,74% netto di rendimento, di poco superiori ai Bot".

Monica Pieraccini