Rusconi: "Grosseto lo farà E l’analisi è stata attenta"

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Il Comune di Grosseto, invece, ha deciso di aderire alla pace fiscale. "Prima di fare una scelta abbiamo valutato molto attentamente ogni risvolto – dice Simona Rusconi, assessora al Bilancio –, perché le considerazioni erano molte".

Dati dell’Agenzia delle Entrare alla mano, per il periodo 2000-2015 il Comune di Grosseto risultava creditore di circa 17 milioni di euro (fra quota capitale e interessi), "ma le con le cartelle sotto ai mille euro – dice l’assessora – la cifra scende a 10 milioni, dalla quale bisogna poi sottrarre la quota capitale che non è rottamabile, per cui in sospeso restavano 1 milione 740mila euro. Dobbiamo considerare che gran parte di questi crediti risalivano ormai a molti anni fa, tanto che quelli fino al 2006 sono ritenuti già non più recuperabili. Per cui in bilancio restavano solo quelli dal 2006 al 2015 che, peraltro, erano coperti grazie all’accantonamento nel Fondo crediti di dubbia esigibilità per una percentuale media superiore al 90 per cento. Nel 2022 questi residui ammontavano a 600.120 euro e il fondo a loro copertura era opari a 554.637 euro, per cui, volendo quantificare la perdita reale, il Comune non riscuoterà 45483 euro. Fatte tutte queste valutazioni, abbiamo deciso di aderire alla pace fiscale in linea con le indicazioni del Governo con il quale, del resto, condividiamo la linea politica".

E poi, spiega Simona Rusconi, da valutare c’era anche un’altra cosa. "Non dobbiamo dimenticare che se il Comune non avesse deciso di stralciare queste cartelle – spiega –, ogni cittadino avrebbe potuto chiedere la rottamazione direttamente all’Agenzia delle Entrate, perché così prevede la legge. E invece di rottamare le cartelle fino al 2015, avrebbe potuto farlo fino ad annullare tutti i sospesi fino al 2022".