Ristoratori sul piede di guerra. "Chiudere alle 18 è incomprensibile"

I titolari dei locali: "Sembra che il virus abbia un orario di lavoro, infetta soltanto la sera e a mezzogiorno no"

Uno dei ristoranti grossetani che hanno chiuso l’attività alle 18

Uno dei ristoranti grossetani che hanno chiuso l’attività alle 18

Grosseto, 27 ottobre 2020 -  Dai grandi chef ospiti fissi nelle trasmissioni nazionali dedicate alla cucina, ai ristoratori più quotati dell’entroterra e del capoluogo: la ristorazione in Maremma è in rivolta contro il Dpcm di domenica scorsa che obbliga la gran parte dei titolari del settore Horeca (sono esclusi gli albergatori) a chiudere cucine e bar alle 18. "Ormai mi vergogno di lavorare in Italia dove c’è un Governo che non ha la minima idea dei danni che sta compiendo – dice lo chef Emilio Signori , della Locanda ’La Luna’ di Castiglione della Pescaia – La decisione di chiudere i ristoranti alle 18 è incomprensibile sotto tutti i punti di vista. Io stamattina ho accompagnato i figli a scuola: perché le scuole aperte e i ristoranti chiusi? Che differenza c’è, sotto il profilo della diffusione del contagio, tra lo stare aperti a pranzo e chiusi a cena? Il virus ha un orario di lavoro? Di fronte a situazioni come quelle che stiamo vivendo diventa davvero difficile trovare parole di commento. Posso dire una cosa con certenzza: il prossimo fine settimana resteremo aperti a pranzo, ma poi se le cose non cambiano chiudo".

"Ci hanno massacrato – commenta Giovanni Angeletti di ’Artidoro’ a Grosseto – Non possiamo metterci un’altra volta a riorganizzare un nuovo metodo di lavoro dopo quello che ci hanno fatto passare nei mesi scorsi. Quest’ultima decisione non ha senso alcuno. Che differenza fa se 20 coperti li faccio a pranzo o a cena? Perché a cena i clienti si prenderebbero il Covid e a pranzo no? Avrebbero dovuto farci lavorare almeno fino alle 23. Chiudevano il giorno, ci toglievano ulteriori coperti, ma dovevano farci lavorare. In questo modo vogliono farci chiudere baracca e burattini? Gli aiuti? E per decine di migliaia di euro di fatturato perso pensano di ristorarci con 600 euro? Non esiste. Per quanto mi riguarda inizia l’obiezione fiscale. Non mi fanno lavorare non pago le tasse, pronto a sopportare qualsiasi ripercussione". A Follonica stessa musica. "Il Governo deve aver deciso di fare piazza pulita di pub, pizzerie, ristoranti e anche bar perchè poi, alla fine, se si incentiva lo smart-working non si lavora più nemmeno a pranzo – dice Roberto Conti – Stamattina ho preso il caffè due volte ciascuna in un bar diverso: erano entrambi vuoti. Non c’era nessuno! Perché oltre al provvedimento di chiusura anticipata alle 18, c’è da mettere in conto che la gente è stata terrorizzata. È un autentico disastro. Si deve considerare, infatti, che la ristorazione ha un indetto molto ricco. I fornitori di Follonica già da oggi hanno dimezzato il servizio: consegnano solo la mattina e non più anche il pomeriggio. Prevedo licenziamenti a breve". "La situazione è tragica – dice Andrea Greco , del ’Carrettino’ di Grosseto – Sono decisioni che ti sfiancano, ti bloccano il cervello. Ma dobbiamo reagire. Noi non abbiamo mai lavorato a pranzo, inizieremo a farlo. E poi potenziamo la consegna a domicilio con Deliveroo".