Grosseto, "I terreni coltivati riducono il rischio incendi"

Capecchi (Cia) : "Dove ci sono gli agricoltori c’è anche un maggiore controllo del territorio, nonché un’attenta manutenzione di boschi e fossi"

Scansano (Grosseto), 6 agosto 2022 - L’incubo incendi non abbandona la Maremma. È uno stillicidio. Ogni giorno si teme che qualche focolaio – nuovo o di "ripresa" – possa trasformarsi in un qualcosa di devastante. L’ultimo allarme di una certa rilevanza in ordine cronologico, è scattato ieri mattina di nuovo a Scansano. Le fiamme si sono fatte rivedere nella zona delle Trasubbie, ma stavolta non verso la parte di Baccinello, bensì da quella di Polveraia. Per fortuna sono state avvistate per tempo da alcuni passanti che hanno lanciato subito l’allarme e nel volgere di pochi minuti sono riuscite a intervenire le squadre di terra che erano comunque appostate nell’area del perimetro e gli elicotteri. In poco tempo, dunque, si è riusciti a mettere tutto sotto controllo e non c’è stato alcun rischio né per le abitazioni, né per le persone. Le squadre antincendio sono comunque rimaste in zona per tutta la giornata a effettuare le bonifiche e il monitoraggio del territorio.

"Non possiamo dire se gli incendi che stanno devastando la Penisola e anche la provincia di Grosseto sono dolosi o accidentali, quello però che possiamo affermare senza dubbio è che se il territorio fosse presidiato dagli agricoltori e dal loro lavoro i danni causati dalle fiamme sarebbero sicuramente minori".

E’ quanto sostiene il presidente di Cia-Grosseto, Claudio Capecchi, che ricorda le innumerevoli volte che la Confederazione, parlando della lenta e costante agonia del mondo agricolo, aveva ammonito che "quando chiude un’azienda, soprattutto nelle zone marginali, questa non riapre più e le conseguenze non saranno solo per l’imprenditore ma per il territorio circostante destinato all’incuria e all’abbandono".

"Non sosteniamo che se ci fosse una maggiore presenza degli agricoltori il fenomeno degli incendi non ci sarebbe – continua Capecchi –, affermiamo invece che laddove c’è la presenza dell’uomo c’è un maggiore e migliore monitoraggio. Non serve ricordare che dove esiste l’agricoltura esiste anche l’alternanza tra terreni a stoppie, terreni con coltivazioni arboree o dediti alla zootecnia che evitano la propagazione degli incendi. Non solo, dove c’è attività agricola ci sono strade poderali e carrettiere che consentono ai mezzi di soccorso di transitare con maggiore facilità; inoltre c’è la manutenzione dei boschi, dei fossi e degli argini. Ma soprattutto, in caso di incendio, la presenza dell’uomo attiva subito i soccorsi e assicura un sopralluogo costante evitando la ripresa di focolai il giorno successivo. La cronaca di questi giorni conferma dunque quanto diciamo da anni: l’agricoltura è il presidio fondamentale del territorio, perché oltre a coltivare, gli agricoltori governano quotidianamente la zona".