Revocata la concessione alla Stella Maris

Non c’è contratto con il gestore "Madama srl". Il Comune ha addirittura ordinato lo "sgombero immediato di tutta l’area"

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Revocata dal Comune la concessione balneare in favore della Colonia Stella Maris. Lo ha deciso il Comune di Follonica. Si tratta dell’ultimo atto dell’Amministrazione guidata dal sindaco Andrea Benini dopo i controlli che era stati disposti ad agosto scorso avevano verificato che la sub-concessione tra la "Stella Maris" e la società che la gestisce, la "Madama srl" non aveva seguito l’iter procedurale per avere le carte in regola per rimanere aperta. Secondo quanto si legge nella delibera "non esiste alcun contratto tra i concessionari e la società Madama srl per l’affidamento della gestione. La concessione demaniale risultava infatti ceduta dai concessionari, senza la preventiva autorizzazione dell’amministrazione a soggetto privato che, a sua volta, sempre in assenza dell’autorizzazione da parte del Comune, aveva affidato la gestione stessa alla Madama srl". Secondo quanto scritto pare che nel corso del sopralluogo effettuato il 25 agosto, si era anche riscontrata la presenza di persone "sotto gli ombrelloni che non erano clienti della struttura", segno dunque di un’altra violazione di quelle disposizioni che erano previste nella concessione. Per "vivere" quella struttura e quel tratto di spiaggia bisogna essere "dell’istituto diocesano per il sostentamento del clero della Diocesi di Siena, Colle Val d’Elsa, Montalcino e Abbazia di Monte Oliveto Maggiore". Spiaggia dunque che era ad uso esclusivo di "utilizzazione permessa solo per il collegamento esclusivo a strutture turistico ricettive": Con questo atto dunque il Comune ha revocato la concessione all’Istituto Interdiocesano intimando "lo sgombro immediato dell’area da cose o persone ritenendo nulla l’autorizzazione rilasciata in base al Codice della Navigazione e che, con atto separato, avvierà i conseguenti provvedimenti sanzionatori previsti dalla legge". Chiusa dunque una vicenda che va avanti da anni. Non si esclude comunque la possibilità di ricorrere al Tar.