Diciannove ore, la Concordia è di nuovo su. "Sapevo che saremmo riusciti nell’impresa"

L’ingegner Nick Sloane ricorda l’operazione di raddrizzamento della nave: "E’ stato un turbine di emozioni, un’esperienza stupenda"

Il cantiere per il recupero del relitto della Concordia all’isola del Giglio

Il cantiere per il recupero del relitto della Concordia all’isola del Giglio

Grosseto, 12 gennaio 2022 - "Tutto quello che abbiamo vissuto insieme è stato qualcosa di speciale. Come ho detto altre volte, la Costa Concordia non è stato solo un altro naufragio, ma un incredibile otto volante emotivo per tutti coloro che ne sono stati coinvolti e, ovviamente, un’immane tragedia".

ANNIVERSARIO COSTA CONCORDIA: IL NOSTRO SPECIALE

Nick Sloane, a capo del progetto di rimozione della Concordia

Nick Sloane, 60 anni, il capitano sudafricano che ha guidato come un direttore d’orchestra le operazioni di raddrizzamento prima e di rimozione del relitto poi riassume così, oggi, quanto vissuto per due anni al Giglio, impegnato in una tra le sue imprese di recupero più importanti, sicuramente la più suggestiva: quella che ha fatto riemergere il lato oscuro della Concordia, quello sfregiato. Quello assassino che ha schiacciato le vite dei naufraghi in cerca di scampo in mare, quel 13 gennaio di dieci anni fa. Un’impresa che ha raggiunto il climax quando dopo diciannove interminabili ore, nel buio, il 17 settembre 2013 ciò che sembrava impossibile, il miracolo, è diventato realtà. "Sollevare la Concordia sarà un po’ come metterle ali di acqua. Ce la faremo", aveva spiegato in modo suggestivo Sloane qualche giorno prima. Bene, quella notte alla Concordia spuntarono ali di acciaio. Il parbuckling era riuscito, tra il suono delle campane dell’isola e ali di folla che si complimentavano con captain Sloane appena sceso dalla cabina di regia galleggiante.

Quali le immagini rimaste impresse nella memoria di quei giorni.. "Il tempo trascorso sull’isola è stato soprendente: vedere i gigliesi riprendersi dallo choc iniziale per poi iniziare lentamente a credere che la nave avrebbe potuto essere rialzata e rimossa...in un unico pezzo! Sensazioni che non si posso scordare. Ovviamente non è stato semplice, non eravamo di fronte a un semplice incidente marittimo, ma a un grave disastro con più di quattro mila persone sbarcate nella notte sulla piccola isola. E dobbiamo pensare che è stato davvero un piccolo miracolo che solo 32 persone hanno perso la vita. Avrebbero potuto essere centinaia, o anche più di mille". Come fu accolto? "Quando sono arrivato i gigliesi erano scioccati e molti di loro non credevano che la nave sarebbe mai stata rimossa. Abbiamo stretto amicizia con la gente del Giglio e abbiamo anche imparato molto sull’affascinante storia dell’isola. E’ stato difficile, ad esempio, credere che il Castello fosse il custode dei tesori del Vaticano nei tempi passati> I ricordi di quella interminabile notte del parbuckling? "Quando la nave è stata risollevata, la mattina del 17 settembre 2013 gli isolani hanno suonato le campane della chiesa e l’intero porto è stato un alveare di energia positiva. Energia che è continuata per i successivi dieci mesi, quando abbiamo rimesso a galla il relitto e quando il 24 luglio la nave è ripartita per Genova, il saluto è stato un’emozione per tutti. Allora ho letto negli occhi dei gigliesi la convinzione che potevano iniziare a riprendersi la propria vita". Cosa ha fatto in questi anni? "Me ne sono andato definitivamente dall’Italia nel 2015, poi ho studiato Global Leadership all’Università di Oxford (Said School of Business) poi nel 2016 sono entrato a far parte del Resolve Marine Group e sono tornato a Ito Salvage, che è la mia passione…" Un messaggio ai gigliesi... "Non dimenticherò mai l’isola e i suoi meravigliosi abitanti: le loro splendide acque e i vini Ansonica. Tutto quello che abbiamo vissuto insieme è stato qualcosa di molto raro e speciale".