"Questo clima anomalo e la ‘mosca’ possono danneggiare gli olivi"

L’allarme dei produttori, che affermano come le piante "siano in vegetazione con almeno tre mesi di anticipo"

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di Nicola Ciuffoletti

"Gli olivi sono in vegetazione con almeno tre mesi di anticipo". Ha ribadirlo è Luciano Gigliotti, presidente del Consorzio Olio Seggiano Dop, che è a stretto contatto con gli altri produttori di olio amiatini. Da giorni ormai è chiaro che anche gli olivi stanno rispondendo in maniera naturale alle temperature miti di questo inverno. Il ritmo ideale, quello cioè scandito dall’alternarsi delle 4 stagioni, pare essere solo un ricordo.

"In inverno ci vuole il freddo" ribadisce Gigliotti e se per molti può sembrare un’ovvietà, questa affermazione assume un valore più profondo per tutti gli agricoltori che sull’andamento delle stagioni e delle temperature sono costretti a costruire il proprio lavoro e dunque il proprio futuro. "Ad oggi non possiamo ancora parlare di emergenza – commenta Gigliotti – perché di fatto stiamo assistendo a un fenomeno, la ripresa vegetativa delle piante, che di per sé non reca danni alla produzione del prossimo olio. Certo, se nei prossimi giorni a questo caldo anomalo si contrapporranno gelate, allora la produzione 2023 potrà essere compromessa". Ciò che si potrebbe verificare e che nessuno si augura che accada è che, dopo questi giorni miti arrivano temperature al di sotto dello zero. "C’è da augurarsi che nei prossimi mesi la temperatura non scenda troppo sotto lo zero – prosegue Gigliotti – altrimenti i danni alle piante che già stanno registrando una ripresa vegetativa, potrebbero essere pesanti. Sull’Amiata, in inverno, generalmente registriamo temperature notturne anche molto rigide, vedremo cosa accadrà". Insomma, viste le temperature miti di dicembre, rimane da augurarsi che nei prossimi mesi la colonnina di mercurio non scenda troppo sotto lo zero. Ma questo andamento anomalo delle stagioni non crea grattacapi solo a livello di vegetazione della pianta. "Un altro problema che questo inverno mite si porta dietro è quello relativo alla mosca olearia – spiega il presidente del Consorzio Olio Seggiano Dop– l’altra grande minaccia che può compromettere i raccolti e dunque la produzione". Le temperature rigide dell’inverno dovrebbero riuscire ad uccidere le larve della mosca, così da tenere sotto controllo la diffusione della mosca. "Benché non se ne sia molto discusso – prosegue Gigliotti – anche nell’ottobre dello scorso anno il problema relativo alla presenza della mosca si è presentato anche sul Monte Amiata, fortunatamente gli olivicoltori hanno anticipato la raccolta di almeno 15 e la mosca non ha trovato il frutto sulla pianta". Agli olivicoltori non rimane che attendere e, come tutti gli anni, sperare che il meteo sia clemente.