"Puniti i bar, ma l’asporto continua altrove"

Confesercenti e Confcommercio criticano le regole del nuovo Dpcm. "Scelta la strada peggiore per contrastare gli assembramenti"

Un caffè al bar

Un caffè al bar

Grosseto, 4 marzo 2021 - «Il divieto di asporto per i bar dopo le 18 previsto dal Dpcm è iniquo". A dirlo Massimiliano Mei, presidente provinciale Fiepet (Federazione italiana esercenti pubblici e turistici) Confesercenti, che sottolinea come "lo stop all’asporto crei un grave danno alle sole imprese di somministrazione senza cucina – bar, caffetterie, ecc – mentre minimarket e grande distribuzione potranno infatti continuare tranquillamente a vendere bevande, anche alcoliche, negli orari in cui ai bar la vendita d’asporto è preclusa".

«L’esclusione delle enoteche dal divieto di asporto è certamente un passo avanti. Ma il divieto, anche se ora a carico dei soli bar, rimane un provvedimento iniquo e incomprensibile: non è così che si limitano gli assembramenti e la movida". "La verità – continua Massimiliano Mei – è che si limita l’attività delle imprese nella speranza di limitare la mobilità sociale: in sostanza, si colpisce l’asporto per colpire gli assembramenti. Gli assembramenti, però , continueranno comunque anche con i bar chiusi per decreto. È infatti evidente che la strategia adottata non stia dando i frutti sperati: la cronaca di questi giorni segnala numerosi casi di feste private e ‘assembramenti spontanei’ di persone che niente hanno a che fare con le imprese della somministrazione. Bisogna cambiare metodo, così non funziona: si deve fare di più contro gli assembramenti, smettendola di accanirsi sulle sole imprese".

«Se l’intento del nuovo Dpcm era quello di mettere un freno alla movida selvaggia e ridurre gli assembramenti incontrollati del fine settimana, la strada scelta è la peggiore possibile" afferma Gabriella Orlando, direttore Confcommercio Grosseto, che sposa appieno la posizione espressa dalla Fipe-Confcommercio nazionale. "Il ministro Speranza – riprende la Orlando – continua ad identificare il problema nei pubblici esercizi e nei bar, senza rendersi conto che i problemi si creano dove c’è libero accesso all’alcol da asporto"

«I nostri organismi nazionali – aggiunge il direttore di Confcommercio Grosseto – avevano chiesto di impedire la vendita dopo le 18 in tutti gli esercizi commerciali, almeno nelle zone della movida. Il ministro ha invece scelto la strada opposta, privilegiando i minimarket e punendo soltanto i bar. Un’assurdità. Cambiano i governi, si modificano le maggioranze, ma i pubblici esercizi continuano ad essere penalizzati ben al di là delle loro responsabilità".

In sostanza, dunque, secondo Confcommercio, il Governo avrebbe dovuto assumere una decisione più coerente. O permettere anche ai bar di praticare comunque l’asporto dopo le 18 in considerazione del fatto che i titolari di questi esercizi pubblici possono comunque esercitare un minimo di controllo anti-assembramento al di fuori dei locali stessi; oppure avrebbe dovuto vietare la vendita della stessa tipologia i prodotti ai distributori automatici, ma anche ai mini o supermarket. Perché quello che accade nella realtà di tutti i giorni è evidente: i ragazzi che amano riunirsi in gruppo nonostante la pandemia, entrano in un qualsiasi supermercato e si comprano birre e vino a volontà, poi si mettono ’a fare festa’ in piazza. È accaduto ai Navigli a Milano, accade in piazzale Cosimini o in piazza San Francesco a Grosseto. Tutti i giorni o quasi. E in questi casi i bar non c’entrano nulla.