I resti del ponte romano
Saturnia (Grosseto), 19 novembre 2019 - Dopo la pioggia esce sempre il sole. Prima o poi succederà anche in questo novembre che sta facendo registrare picchi di pioggia mai visti negli ultimi 50 anni. Nella zona del Gorello a Saturnia, quella resa famosa dalle cascatelle di acqua sulfurea, per il momento il sole non è ancora uscito ma, dopo le due giornate tremende, il fango che aveva invaso quel paradiso turchese, ha comunque iniziato a ritirarsi. E, da una sponda del torrente Stellata, a valle delle Cascate del Mulino, sono emersi dal fango e dai detriti i resti ben visibili di un antico ponte di epoca romana.
Una scoperta sensazionale dal punto di vista artistico e archeologico. Che si tratti di un ponte è chiaro dalla conformazione: si vede chiaramente l’arcata, mozzata naturalmente dal tempo e dalla nuova conformazione del terreno. Ma dalle prime ricostruzioni fatte sommariamente pare proprio che si tratti di uno dei ponti dell’antica Clodia, che passava proprio in quella zona.
La Sovrintendenza di Siena si accerterà di epoca e genesi del ponte nei prossimi giorni, quando probabilmente sarà smesso di piovere. Si tratta, come detto, di una scoperta eccezionale che potrebbe rivoluzionare anche le cartine storiografiche. La via Clodia era già nota alla fine del terzo secolo avanti Cristo e si può chiaramente affermare che nel 225 a.C. fosse pavimentata. Come si evince anche dai resti che si trovano alle porte di Saturnia.
Costruita tra la Cassia e l’Aurelia, era una via di corto raggio, utilizzata per raggiungere le colonie che in quel tempo si trovavano in terra etrusca. Chiamata anche «via delle terme», sia perché giungeva in diverse località termali, sia perché secondo alcuni terminava proprio a Saturnia. Non è certa la sua origine, ma gli studiosi concordano sul fatto che fosse una via costruita dai Romani su un tracciato etrusco preesistente.
© RIPRODUZIONE RISERVATA