Mare inquinato: "Ormai prendiamo più plastica che pesci"

E’ sempre più difficile il lavoro a bordo dei pescherecci. E c’è anche il problema delle ’ecoballe’ disseminate nel Golfo di Follonica

I pescherecci nelle reti trovano tantissima plastica

I pescherecci nelle reti trovano tantissima plastica

Argentario (Grosseto), 2 febbraio 2020 - Venerdì mattina un peschereccio di Monte Argentario raccoglie con la rete, tra i vari rifiuti, una lattina di cola commemorativa dei giochi olimpici del 1988. Lo stesso giorno gli uomini di un motopesca di Castiglione della Pescaia fanno fatica per dividere i pesci, fuoriusciti dal sacco della rete, dalla plastica di tutti i tipi. E’ questa purtroppo la routine anche nel mare della costa grossetana con una situazione che diventa più critica nella parte a nord, quella del golfo di Follonica, dove i pescherecci devono fare i conti con la presenza dei resti di alcune eco-balle che vengono raccolte dai sacchi dello strascico. Balle di 4-5 metri cubi, pesanti oltre una tonnellata che, secondo alcune ricostruzioni, sarebbero state perse da una nave cargo nel 2015 a largo dell’isolotto di Cerboli, tra l’Elba e la costa maremmana. Un lotto di 56 blocchi che le correnti hanno trasportato anche più a terra, davanti alla cittadina balneare: "Eh sì, purtroppo è successo anche a me, e per motivi di sicurezza ho dovuto tagliare la rete e farle ricadere in mare – racconta Giuseppe Temperani, del peschereccio Mareblù di Castiglione della Pescaia – e negli ultimi anni credo che sia successo anche a tante altre barche della flotta castiglionese e di Piombino. All’improvviso ti ritrovi il sacco pieno di questi blocchi di plastica compressa. Forchette, bottiglie e tanto altro materiale che, se viene salpato a bordo, occuperebbe tutto il posto. Senza contare lo sforzo delle pulegge per issare che sentono un peso eccessivo. Quando succede non possiamo far altro, perché l’alternativa sarebbe quella di rischiare a rientrare in porto con la rete a poppa: ma è pericoloso e ci farebbe anche perdere tutta la giornata di lavoro. Quando succede il minimo che ci si può aspettare è quello di perdere tutto il pescato della battuta".

Oltretutto uno dei problemi più grandi per i rifiuti a mare è quello dello smaltimento. Per anni è stata addirittura un’attività fuorilegge, ma recentemente la pratica è stata legalizzata da una legge regionale: il problema però è che nei porti maremmani ancora non esistono le strutture adibite: "Da anni raccogliamo i rifiuti per mantenere pulito il nostro mare, ma ancora non ci sono le strutture idonee per svolgere correttamente tale attività – spiega Nicola Costaglione, pescatore sul peschereccio di famiglia Ciro, a Porto Santo Stefano – qui da noi non ho sentito dire da nessuno di aver preso nella rete le eco balle, ma di rifiuti ne troviamo comunque tanti. Il mio pensiero è che vengono dai fiumi, specialmente dopo le piene. Pochi giorni fa, per esempio, ho trovato un sacchetto di mangime per i polli, e credo che quello sia proprio arrivato da qualche zona di campagna attraverso i fiumi. Comunque sia noi non le ributtiamo a mare e, se tutti facessero come noi, sarebbe un bene per i nostri fondali".

Quando un pescatore tira a bordo i rifiuti cosa deve fare? " Se il rifiuto ha caratteristiche o tipologia straordinaria, tipo eco-balla e bidoni, deve avvertire l’autorità marittima che poi si rapporta con le autorità locali, per lo smaltimento – dice Teofilo Traina, comandante Guardiacostiera Porto Santo Stefano - riguardo ai rifiuti che normalmente vengono ritrovati nelle reti è entrata un vigore la nuova legge Arcipelago pulito 2.0 che prevede la creazione delle isole ecologiche ad hoc dove conferire i rifiuti".