Era accusato di cinquanta incendi dolosi scoppiati tra Marina e Castiglione nell’arco di poco più di un anno: dal luglio 2016 all’agosto 2017. Lui si è sempre dichiarato innocente, ma il collegio del tribunale ha trovato più convincente la tesi dell’accusa e lo ha condannato a nove anni di reclusione. E’ questa la sentenza firmata dai giudici Adolfo Di Zenzo, Laura Previti e Ludovica Monachesi nei confronti di Maurizio Vicolini, 63 anni, operaio in pensione, ritenuto quindi il responsabile dei roghi che avevano causato danni ingenti all’ambiente e – in almeno due occasioni – anche gravi rischi alle persone: nel luglio 2016 l’incendio scoppiato sulla Panoramica di Castiglione arrivò a pochi metri dalle case, nell’agosto 2017 le fiamme divorarono parte della pineta sulla strada delle Collacchie sfiorando il camping Etruria. Lunghe, complesse e molto articolate le indagini portate a termine dai carabinieri del Nucleo investigativo della Compagnia dei carabinieri di Grosseto insieme ai colleghi delle Stazioni di Marina e Castiglione e a quelli dei Carabinieri forestali. Secondo la riscotruzione fatta dai militari, quindi, l’autore dei cinquanta roghi è Vicolini che avrebbe lanciato gli inneschi mentre era alla guida del furgone con il quale all’epoca si recava a lavoro. In due di questi inneschi (realizzati in maniera artigianale), gli specialisti erano riusciti a isolare un Dna che è stato assegnato all’uomo finito poi sotto processo. Vicolini, da parte sua, aveva invece dichiarato che quei mozziconi di sigaretta lui li aveva spenti e lasciati nel furgone sostenendo che qualcuno li aveva poi utilizzati per creare gli inneschi e scaricare sospetti e colpe proprio su di lui.