Filmati pedopornografici, arrestato noto imprenditore

L'uomo, 30 anni, è stato arrestato per detenzione e divulgazione di ingente materiale pedopornografico. Nei video anche neonati

Un computer

Un computer

Grosseto, 19 maggio 2019 -  Quando sono entrati in possesso di quelle foto e di quei filmati è sceso il silenzio e salita la rabbia. Gli investigatori della Polizia postale di Grosseto hanno compreso subito che quelle immagini erano più che sufficienti per far scattare il blitz. L’accusa nei confronti di un grossetano di 30 anni, noto imprenditore, tra l’altro anche candidato in passato per il consiglio comunale, è infatti pesantissima: detenzione e divulgazione di ingente materiale pedopornografico.

Da venerdì nel tardo pomeriggio l’uomo si trova nel carcere di via Saffi in attesa dell’udienza di convalida. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Grosseto dovrà domani confermare o meno la custodia cautelare in carcere. Gli investigatori grossetani della Polizia postale maremmana hanno scavato nella vita dell’uomo che era attenzionato da tempo. E i filmati e le immagini che sono state trovate nel computer di casa lascerebbero poco spazio ai dubbi. Immagini forti di violenze su bambini. In alcuni casi anche neonati. Video e foto che hanno spinto il sostituto procuratore Arianna Ciavattini, che coordina l’inchiesta, ad accordare la custodia cautelare in carcere. L’uomo è stato prelevato nel pomeriggio di venerdì. Imponente la macchina messa in moto dalla Polposta. Dopo aver raccolto tutte le immagini si è infatti deciso di passare all’azione, incrociando anche i dati raccolti con un’inchiesta dell’Interpol.

Da quello che si è appreso infatti pare che il materiale pedopornografico che l’uomo aveva trovato e poi scaricato su internet, fosse stato scoperto grazie ad accertamenti iniziati in Canada. E sembra proprio che i poliziotti del Nordamerica, dopo aver individuato l’Ip del computer, dove erano state scaricate tutte quelle immagini e filmati choc, avessero allertato la Polizia postale di Grosseto, guidata da Stefano Niccoli, e insieme hanno chiuso l’operazione.

Adesso gli investigatori dovranno cercare di capire se le immagini pedopornografiche sono state anche diffuse e a chi.