"Ora siamo pronti per la ripresa delle scuole"

Il presidente di Tiemme, Dindalini, assicura: "Autobus scolastici raddoppiati sulle tratte affollate. Contatto continuo con gli istituti"

Migration

di Roberto Borgioni

GROSSETO

E’ un inizio di anno nel quale il sistema del trasporto pubblico a Siena gioca due partite: una in difesa e una in attacco. Quella in difesa vede come posta in palio il trasferimento della concessione del servizio dal Consorzio One Scarl, del quale fa parte anche Tiemme, ai francesi di Ratp e ad Autolinee Toscane, che avevano vinto la gara di appalto. Il tutto in seguito alla nuova decisione del tribunale ordinario di Firenze. Il giudice ha infatti respinto il ricorso di Autolinee Toscane, che volevano acquisire in affitto beni e immobili, autobus compresi, attualmente di proprietà di One Scarl e Tiemme, per poter avviare i nuovi servizi. La partita in attacco vede invece la messa in strada di altri 103 autobus scolastici (36 a Grosseto) in vista della riapertura parziale delle lezioni in presenza negli istituti, prevista per il 7 gennaio. Due temi da affrontare con Massimiliano Dindalini, presidente di Tiemme.

Presidente Dindalini, il giudice ha respinto il ricorso di Autolinee Toscane e Regione sull’immediato cambio di gestione del trasporto pubblico. In sostanza, a queste condizioni, non è applicabile l’affitto di mezzi e strutture. E’ così?

"Sì, è esattamente così. E’ la conferma che i beni che garantiscono il trasporto pubblico, almeno a queste condizioni, non possono passare di mano in affitto. La Regione, a fine estate, aveva fatto un atto d’imperio chiedendo al Tribunale di obbligarci a consegnare mezzi e strutture ad Autolinee Toscane e quindi ai francesi di Ratp. In prima istanza, il tribunale ha risposto che non era di sua competenza decidere, poi la Regione ha deciso di passare al secondo grado di giudizio, dove il giudice ha detto chiaramente: l’affitto di automezzi e immobili non è previsto dal contratto e quindi non va fatto".

In pratica, se i nuovi gestori vogliono autobus e strutture devono acquistarli?

"Certo, li devono pagare. C’è stato per mesi un tira e molla sui prezzi, l’Autorità per la Vigilanza del mercato aveva stabilito anche che si poteva procede con l’affitto, ma a precise e determinate condizioni. Poi non se ne è fatto più nulla. Salvo far capire che la nostra condotta sulla questione degli affitti di mezzi e strutture non era ostruzionismo, ma una scelta legittima".

L’11 marzo è atteso il pronunciamento del Consiglio di Stato. Quali strategie avete nell’attesa?

"Dobbiamo solo aspettare. Abbiamo già presentato la nostra relazione dettagliata, ora la perizia, in termini giudirici si chiama verificazione, è stata affidata a tre docenti universitari. Nella commissione ci sono anche un nostro perito e un professionista nominato da Ratp Autolinee Toscane. A quanto ci risulta, la commissione avrebbe preso altro tempo, la decisione arriverà probabilmente non prima dell’estate. E sarà quella definitiva".

E comunque, presidente, in questo momento il tema che interessa di più le famiglie è quello del trasporto scolastico: 36 bus più garantiti dalla Regione a Grosseto sono sufficienti per assicurare la sicurezza dei ragazzi evitando pericolosi sovraffollamenti sui mezzi?

"Nella prima fase, dove il rientro in presenza nelle classi è previsto al 50 per cento, sicuramente sì. Perché quello che scatterà il 7 gennaio è il fabbisogno che avevamo calcolato considerando il ritorno in classe del 75 per cento degli alunni, che a quanto ci risulta ancora non ci sarà".

C’è una domanda precisa: il trasporto pubblico per andare e tornare da scuola si è fatto trovare impreparato davanti alla pandemia?

"Nella prima fase, quella di settembre-ottobre, abbiamo avuto, come tutte le aziende, difficoltà innegabili nella gestione dei flussi".

E adesso cosa è cambiato?

"C’è stato più tempo per poter lavorare e programmare, abbiamo acquisito maggiore esperienza per capire come e dove intervenire. In questi mesi siamo stati in contatto diretto con le scuole, abbiamo ragionato con loro e non solo. E’ stato fatto un lavoro accurato anche con le famiglie degli studenti, per analizzare e confrontare gli orari, le abitudini e le necessità dei ragazzi. L’obiettivo imprescindibile è far viaggiare tutti in sicurezza, all’entrata e all’uscita dalle scuole".

E una volta scesi dagli autobus, cosa succede?

"A quel punto le misure e i controlli su sicurezza e distanziamento non spettano più a noi, ma a Regione e Comuni".

Nel bacino di competenza di Tiemme (Siena, Arezzo, Grosseto e Piombino) complessivamente viaggeranno 103 bus in più per garantire le corse scolastiche, anche attraverso il coinvolgimento dell’autonoleggio privato e degli Ncc. E’ un provvedimento sufficiente visti anche i tre milioni aggiuntivi stanziati dalla Regione per questa emergenza?

"Il supporto dei privati era l’unica strada per riuscire a potenziare la flotta degli autobus. Era impossibile pensare di acquistare veicoli nuovi in così poco tempo. L’unica possibililtà per poter affrontare la situazione senza aumentare l’offerta del trasporto dipendeva dalle scuole: se fosse stato diversificato l’orario degli accessi in entrata e in uscita si poteva mantenere anche il servizio regolare".

Come vi organizzerete?

"Per quanto riguarda le corse bis il piano è già stato programmato. All’andata e al ritorno dei ragazzi dalle scuole, sullo stesso percorso partiranno due autobus invece di uno, in maniera da ridurre l’affollamento e restare nei limiti per garantire la sicurezza a bordo. Poi vedremo gli aggiornamenti da fare giorno per giorno, direttamente su strada se saranno necessari".