"Non saremo noi i capri espiatori Nelle palestre nessun contagio"

Parlano Gabriele Stefanelli e Marco Vaccino, che a Follonica con i loro clienti hanno dato vita a una protesta

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"Non ci stiamo a fare da capri espiatori. Nelle palestre non ci sono stati contagi Ci portino i dati e solo allora alzeremo le mani". Gabriele Stefanelli, titolare della palestra Iron Club non ci sta. Con il collega Marco Vaccino, titolare della vicina Atlantide, ieri mattina a Follonica hanno inscenato una protesta in via dell’Industria dove si trovano le loro strutture, per dire no alla chiusura delle palestre, insieme a cinema e teatri, decisa dall’ultimo Dpcm del Governo Conte. Con loro sono scesi in strada anche i clienti."La nostra protesta nasce da questa chiusura ingiusta – dice Marco Vaccino – abbiamo rispettato tutte le regole e nonostante tutto ci è stata imposta questa chiusura forzata". La paura è che la chiusura vada oltre il 24 novembre. "Sarebbe la morte del nostro settore – dice Stefanelli –. Sembra che i problemi nascano dalle palestre ma non è così. Noi rispettiamo le regole. Abbiamo ridotto il numero di persone che potevano accedere contemporaneamente in palestra, allungato gli orari di apertura per evitare assembramenti e lavorato su prenotazione".

Si sente preso in giro Gabriele Stefanelli. "Venerdì ci hanno dato un nuovo protocollo, noi ci siamo adeguati e il giorno dopo ci arriva notizia che da lunedì c’era il rischio di chiusura per le nostre attività, come è avvenuto. Non capisco perché dobbiamo essere noi a pagare per questa situazione". "Il nostro viene considerato un settore settore ludico-motorio – prosegue – ma in realtà siamo un presidio sanitario. Da noi vengono persone a fare riabilitazioni funzionali, persone che hanno patologie che richiedono attività fisica controllata. Non posso sentire dire dal presidente del consiglio che possono fare fitness a casa. Conte non sa di cosa parla, non è la stessa cosa farlo a casa o con personale che ti segue". A preoccupare Stefanelli sono i problemi di liquidità.

"L’obbligo di restituire i soldi degli abbonamenti per il periodo di chiusura – spiega Stefanelli – comporterà problemi di liquidità non indifferenti. Le bollette dobbiamo pagarle come anche gli affitti dei locali. Questi aspetti devono essere regolamentati in modo più chiaro altrimenti come accaduto ad alcuni nel primo lockdown il rischio è di finire in tribunale". C’è amarezza e rabbia. "Nella mia palestra ho impiegato sanificanti utilizzati in ambito ospedaliero e rispettato il protocollo – aggiunge Stefanelli –. La scorsa settimana sono venuti i carabinieri del Nas e la Asl a fare i controlli e i risultati sono stati negativi. E nonostante questo ci chiudono?". Ma non si fermano qui i titolari di palestra. "Nei prossimi giorni cercheremo un incontro col sindaco – dice Stefanelli - e con l’associazione Safit, nata durante il lockdown, e che raccoglie molte palestre toscane, cercheremo di far sentire la nostra voce fino in Regione. Non ci stiamo ad essere l’agnello sacrificale".

Angela D’Errico