"Nascosi il corpo per non perdere la pensione"

In Corte d’Assise Adriana Gomes fornisce la sua versione dei fatti. "Non ho ucciso Simonetta, era l’unico sostentamento per la famiglia"

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"Ho fatto una cosa sbagliata, molto grave, ma non ho ucciso Simonetta Gaggioli".

Adriana Gomes, in Corte d’Assise, ieri ha risposto alle domande del pubblico ministero e della difesa. "Quando ho visto che mia suocera era morta – ha detto Adriana – mi è crollato il mondo addosso. Lei era l’unica sicurezza per noi che non avevamo nessun reddito. Ho pensato che ci avrebbero tolto i nostri tre figli, che saremmo rimasti senza casa, senza nulla. Ho perso la testa. Così, sbagliando, ho pensato di nascondere il corpo di Simonetta, per poter continuare a usare il conto sul quale arrivava la pensione". Simonetta Gaggioli, ex funzionaria della Regione Toscana, infatti aveva un buon assegno mensile, nonostante fosse in parte decurtato per un prestito da ripagare. Così Adriana Gomnes ha addirittura nascosto la suocera sotto il letto nella casa di via Bonaria a Riotorto dove vivevano tutti insieme e poi, la notte, da sola con l’auto, lo ha portato via. Ma la macchina si è bloccata per un problema a circa 2 chilometri e mezzo da casa, sulla vecchia Aurelia. Ed è qui che Adriana ha lasciato il corpo, chiuso in un sacco. Corpo ritrovato il 3 agosto 2019. Al marito Filippo Andreani, Adriana aveva poi raccontato di aver cercato di portare la salma di Simonetta al cimitero di Follonica dove è sepolto il marito (di Simonetta) e dove lei aveva manifestato la volontà di riposare dopo la morte. Una versione confermata da Filippo, anche lui sentito ieri al processo. Di certo le dichiarazioni di Adriana Gomes, dal momento dell’arresto fino a ogi non sono state sempre lineari, però il motivo per cui avrebbe architettato di uccidere la suocera con un’overdose di farmaci, non ha molte spiegazioni logiche, in quanto Simonetta Gaggioli era praticamente l’unica fonte di sostentamento per la famiglia, grazie alla sua pensione: E non si può pensare neppure a mire sull’eredità, perché ormai la donna, a causa dei problemi del figlio e della sua famiglia aveva praticamente dissipato tutti i beni e risparmi.

Ieri sono stati sentiti anche i medici legali e i consulenti scientifici dell’accusa e della difesa (avvocato Francesco Nardini). Per i consulenti dell’accusa c’è un elemento chiaro nelle cause di morte di Simonetta Gaggioli e cioè le alte percentuali di Amlodipina, un principio attivo conteuto in un farmaco, il Duotens, assunto in quantità. Per il consulente della difesa, il professor Mugelli dell’Università di Firenze, invece non ci sarebbero queste certezzze granitiche perché il principio attivo ha un tempo di persistenza lungo nel corpo unano e potrebbe accumularsi in più giorni, inoltre Simonetta assumeva 11 tipi di farmaci diversi per terapie dovute a un quadro clinico complicato e quindi sarebbe azzardato stabilire relazioni dirette di causa-effetto.

Luca Filippi