Miasmi in città a causa degli impianti a biogas: adesso nasce un comitato di cittadini

Si chiama Grosseto Aria Pulita ed ha già raccolto diverse adesioni

Matteo Della Negra, uno dei fondatori

Matteo Della Negra, uno dei fondatori

Grosseto, 18 novembre 2018 - Dopo anni di segnalazioni, di proteste inascoltate, e sopratutto di cattivi odori sta nascendo un comitato spontaneo per segnalare e fare il punto della situazione sui cattivi odori che arrivati da impianti a biogas e biomasse. Per adesso l'idea è a livello embrionale, ma già ha un nome, e si chiama “Grosseto Aria Pulita”. Sono le fondamenta ci ciò che sarà in futuro un comitato nato spontaneamente dopo che negli ultimi tempi le segnalazioni su Facebook dei cattivi odori derivanti dagli impianti in questione si erano moltiplicati. L'obiettivo del comitato è quello di raccogliere e divulgare informazioni sul fenomeno dei cattivi odori a Grosseto, riconducibile alle attività delle centrali a biogas sul territorio comunale, coinvolgere i cittadini e le istituzioni al riguardo, attraverso i media, i canali e gli strumenti di partecipazione a disposizione dei cittadini. Agendo per ridurre il disagio, i possibili danni e scongiurare i rischi per la salute pubblica. “Siamo un gruppo di cittadini – fanno sapere alcuni cittadini che si sono già iscritti al comitato -, viviamo a Grosseto e nei dintorni e siamo preoccupati per i cattivi odori che frequentemente interessano alcuni quartieri e frazioni della città, così come talune aree rurali, forse riconducibili alle attività che riguardano gli impianti a biogas presenti sul territorio comunale. Questi cattivi odori creano disagio a molte persone, potrebbero arrecare danno e ci preoccupano in particolar modo per le possibili ricadute sulla salute”. Da qui la nascita di questa forma di associazionismo. A settembre scorso la consigliera del Movimento 5 Stelle Antonella Pisani aveva presentato un'interrogazione chiedendo lumi sulle maleodoranze in città. Dal Municipio avevano fatto sapere che già un anno e mezzo fa era stato istituito un gruppo di lavoro per capire l'entità del problema. Il gruppo di lavoro decise che era necessario un monitoraggio delle emissioni anche per aiutare il sindaco a prendere eventuali provvedimenti. Il monitoraggio è risultato costare 15mila euro a impianto ma i gestori hanno espresso "perplessità" a spenderli. Per questo ad oggi le risposte sull'inquinamento odorigeno restano abbastanza vaghe, ma in alcuni quartieri della città la preoccupazione cresce.