Messina Denaro Clinica diretta da Luca Bianciardi

E’ un medico senese, ma che ha lavorato tre anni a Grosseto, il direttore sanitario della clinica privata La Maddalena di Palermo, dove, due giorni fa, è stato arrestato dai Ros il superlatitante Matteo Messina Denaro, accusato di essere uno dei boss più potenti di Cosa Nostra. La direzione sanitaria della clinica dove, è bene ribadirlo, il boss stava seguendo delle cure sotto mentite spoglie e grazie a documenti falsi e dove nessun membro del personale risulta ora coinvolto o sotto accusa, è infatti affidata a un medico senese di 66 anni, Luca Bianciardi, compagno della dirigente Asl, Monica Calamai. Bianciardi, stimato professionista, ha alle spalle un curriculum che conta più di 30 anni di esperienza in ambito sanitario e numerose esperienze a livello dirigenziale sia nelle Asl toscane che in Umbria. Tra queste sue esperienze anche quella maturata a Grosseto. Il medico, dal 1996 al 1999 ha lavorato nell’allora Asl 9 come responsabile delle funzioni di Igiene e tecnica ospedaliera dell’ospedale Misericordia di Grosseto. Per gli altri ospedali della provincia svolgeva funzioni di indirizzo e coordinamento delle funzioni igienistiche. Ha organizzato una centrale di gestione unica dei rifiuti prodotti in tutta l’azienda, ha costituito una struttura di analisi Drg aziendale.

Proprio la direzione sanitaria della clinica La Maddalena, l’amministrazione della clinica e i medici di reparto stanno fornendo alle forze dell’ordine la documentazione clinica del super latitante e fornendo risposte puntuali alle domande degli inquirenti. Bianciardi, dopo una laurea in Medicina con 110 e lode ottenuta all’università di Siena nel 1981 ha lavorato all’ospedale fiorentino di Careggi nel 2001 come direttore medico di presidio, passando poi al policlinico delle Scotte nel 2003. Dal 2005 al 2009 è stato poi direttore sanitario dell’allora Asl 8 di Arezzo per poi passare, nello stesso ruolo all’Asl 6 di Livorno dal 2009 al 2013 con incarico di coordinamento aziendale della intera progettazione per il nuovo ospedale di Livorno. Nel 2019 è poi passato all’azienda ospedaliera di Perugia. Incarico che ha lasciato a gennaio del 2020.